Ricordo che Leo Valiani, poi nominato senatore a vita dal Presidente Pertini, partigiano pure lui, dalle colonne del corriere della sera, ogni 25 aprile, con un suo editoriale negli anni bui del terrorismo evocava lo spirito di quella lotta attualizzandola al contesto storico di quel momento richiamando la nostra riflessione all’essere allertata poichè la libertà non si conquista una volta per tutte e le insidie alla liberta di tutti e di ciascuno nel tempo si presentano in forme diverse anche molto seducenti.
Sono sempre piu’ I centri di ricerca internazionali che ci avvertono sul pericolo della Guerra commerciale tra USa e Cina per la supremazia tecnologica che potrebbe sfociare in un conflitto bellico come avvenuto nel caso di Atene e Sparta con” la trappola di tucidide come ci ricorda Federico Rampini.
Secondo alcuni la nuova via della seta che ha affascinato taluni nostri governanti e oggi rivisitata con senso critico, ha sottomesso al dominio cinese paesi che avevano visto negli investimenti cinesi l’occasione per lo sviluppo e l’uscita dalla miseria . Costoro non possono protestare come avviene a HONG KONG. Abbiamo rischiato un abbraccio soffocante nel Conte 1 che per fortuna Mattarella con silenzio operoso ha recuperato. I valori sono importanti anche nelle relazioni internazionali e vanno difesi con le alleanze nuturali.
Il 25 aprile quest’anno si presenta con il peso di un’anno di pandemia e la speranza riposta nel recovery plan di riprodurre stimoli ed effetti del piano Marshall per una rinascita collettiva di liberta’ e benessere. Una libertà dal bisogno che non ci rende uguali. Ci rende piu’ egoisti.
L’aumento delle diseguaglianze che la pandemia ha reso piu’evidenti tradiscono lo spirito e I valori della resistenza che hanno ispirato la Costituzione Italiana.
Rampini nel suo “ I cantieri della storia” racconta di sconfitte,decadenze seguite da “ miracoli”quando tutto sembrava perduto.
Conclude “ E’ la reazione collettiva alla sciagura a stabilire se una comunità ne esce fiaccata oppure rinvigorita”
Una comunità di cui Favara fa parte e che deve fare la sua parte in un 25 aprile di inversione di lotta da quelle intestine, nelle prossime elezioni comunali, a quelle contro il degrado con obiettivi condivisi e comportamenti congruenti.
Raccontano che alla domanda:come si puo’ rendere Londra piu’ pulita L’ Arcivescovo di Canterbury rispondesse: se ciascuno spazza davanti la propria casa rende sicuramente meno sporca la città.
Potremmo dire parafrasando che: se la comunità politica favarese cogliesse l’occasione delle risorse dell’economia ambientale, per riqualificare centro storico, migliorare I servizi e una buona dose di tecnologie di ultima generazione, contribuirebbe al vigore necessario alla riduzione delle diseguaglianze che chiediamo al Governo in questa festa nazionale, con maggiori opportunità per I suoi abitanti.
La ricerca storica di Pasquale Cucchiara sulla partecipazione dei favaresi alla resistenza;
La promozione della figura di Calogero Marrone a cura dell’istituto di cui è presidente Rosario Manganella ci rilevano il legame indissolubile della nostra città con la storia della Nazione in lotta per la libertà.
Oggi siamo chiamati a onorare quel sacrificio impegnandoci a lasciare ai nostri nipoti una città piu’ vivibile legata al destino della Sicilia e del Paese presentantoci con le carte in regola che fu’ lo slogan del Presidente della Regione che ha creduto in una Sicilia migliore.