Come è noto da sei mesi il viadotto Petrusa, che collegava Favara ed Agrigento non è più utilizzabile, dapprima perché chiuso al traffico e successivamente perché parzialmente demolito.
Tutto ciò crea numerose difficoltà alla collettività per raggiungere le due città, ed in particolare registriamo il rischio a cui sono soggetti i dipendenti della Polizia Penitenziaria che giornalmente operano trasferimenti dei detenuti verso il tribunale e verso l’ospedale San Giovanni di Dio. Sia i ragazzi che devono raggiungere la scuola sia coloro che devono recarsi al lavoro e risiedono nella zona, prolungano il tratto di strada di ben 20 chilometri, percorrendo un tratto di strada che attraversa il territorio di Aragona. Per raggiungere la stessa meta, prima si percorrevano 4,7 km in 8 minuti, oggi se ne percorro 25 km in circa 35 minuti. Poiché il diritto di cittadinanza è direttamente connesso con la pubblica amministrazione e cittadino e pubblica amministrazione sono legati da uno scambio di diritti e doveri, anche lo Stato, cioè la pubblica amministrazione, deve rispondere alla stessa velocità di una società che cambia e chiede servizi efficienti. Alla luce delle criticità esposte, comprovato il carattere di pubblica utilità, nell’interesse della collettività, martedì 23 Maggio alle ore 10.00 i dirigenti della Cisl, una delegazione del comitato spontaneo dei residenti in c.da Petrusa, Legambiente, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili,la Confcommercio, l’Arci di Favara, l’Associazione Kalytera di Favara, i consiglieri comunali di Favara e Agrigento: Laura Mossuto, Marili Chiapparo, Rossana Castronovo, Salvatore Giudice, Salvatore Fanara, Sergio Caramazza, Vito Maglio, Calogero Castronovo, Marcella Carlisi, Nuccia Palermo e Marco Vullo consegneranno al Prefetto di Agrigento dott. Nicola Diomede una lettera per chiedere il suo autorevole intervento affinché si possano eseguire i lavori con le stesse modalità e tempistica utilizzata per le opere realizzate in occasione del prossimo G7 di Taormina, eventualmente, anche attraverso una richiesta di intervento della Forza di Pronto Intervento per le Pubbliche Calamità.