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Trafficanti di migranti del Nord Africa “iniettano contraccettivi alle bambine rifugiate”

Non è un’inchiesta giornalista “mediterranea” a denunciare una terribile pratica che avverrebbe sulle piccole migranti che giungono sulle coste del Nord Africa in attesa di raggiungere le Nostre. È la stampa anglosassone a rilanciare una prassi shock che sarebbe adottata dai trafficanti di esseri umani: alle ragazze, anche giovanissime, verrebbero somministrati contraccettivi pericolosi. La “scusa” risiederebbe nell’elevata probabilità che verranno violentate durante il viaggio. In grandi quantità o nelle ragazze troppo giovani, l’ormone in questione, il progesterone, può portare alla menopausa prematuramente. Ma i contrabbandieri di migranti che si muovono lungo le rotte verso l’Africa sub sahariana, se ne infischierebbero dei rischi e lo starebbero somministrando alle bambine dai 13 anni in su – che spesso viaggiano non accompagnate – per prevenire la gravidanza a seguito di una violenza sessuale. La violenza sessuale è un evento estremamente comune sulle rotte dei migranti verso l’Africa settentrionale ed è spesso perpetrata da autisti ed intermediari, ossia dalle stesse persone cui dipenderebbe la sorte dei viaggiatori che hanno intenzione di raggiungere l’Europa. Molti provengono da paesi che vivono nel caos e lacerati da guerre e lotte intestine come la Nigeria, il Sud Sudan, Somalia ed Eritrea. La tendenza è stata notata dagli operatori umanitari che lavorano in quelle aree dell’Europa, che costituiscono i punti di ingresso chiave per i migranti, tra tutte l’isola italiana di Lampedusa. Helen Rodriguez, un ginecologo che lavora sull’isola, avrebbe riferito al Times quanto sarebbe a sua conoscenza circa la situazione delle giovani migranti: “Sanno che sono molto a rischio di essere violentate in viaggio in modo da ricevere queste iniezioni in Etiopia o nel Sudan per non rimanere incinte.” Tuttavia, ha detto che la maggior parte delle ragazze non si rende conto dei “terribili effetti a lungo termine” del contraccettivo che gli è stato dato. La dottoressa Rodriguez avrebbe detto al giornale che quasi un quinto delle ragazze eritree che aveva visto non avevano le mestruazioni a causa delle iniezioni di progesterone. Il rischio di essere violentate è solo uno fra la miriade che i migranti devono affrontare nel tentativo di arrivare in Europa passando dall’Africa sub Sahariana. Il viaggio è fatto via terra attraverso il deserto, che è frequentato da banditi, e poi affrontando il Mediterraneo su barconi o gommoni. L’anno scorso, più di 5.000 persone sono annegate nel tentativo di attraversare il braccio di mare che separa le coste libiche da quelle dell’Italia meridionale. Tuttavia, una volta in Europa, le donne e i bambini non sono al sicuro dalla violenza sessuale. In particolare, solo per fare qualche esempio, nel campo d’accoglienza di Dunkerque, “violenza sessuale, violenza e lo stupro sono tutti fin troppo comuni”, ha detto un volontario a l’Observer.”I minorenni sono aggrediti e le donne vengono violentate e costrette a pagare per la tratta con i loro corpi.” La stampa inglese è anche impietosa sulle recenti norme anti immigrazione votate dal proprio governo: si segnala sul The Independent che “Nonostante i pericoli enormi affrontati dai giovani rifugiati, il governo ha recentemente votato per abolire l’emendamento Dubs, la legislazione che avrebbe consentito al Regno Unito di far giungere 3.000 bambini rifugiati. Quando il governo ha votato per porre fine alla normativa la scorsa settimana, soli 350 bambini erano arrivati”. Non ci sono parole, quindi, per descrivere questo ulteriore orrore e l’insensibilità dimostrata da alcuni Paesi e da personaggi anche in quelli “accoglienti” che chiudono gli occhi di fronte alle atrocità connesse ai fenomeni migratori, in barba ad una solidarietà tra popoli che dovrebbe guidare tutte le nazioni che ritengono di essere “civili” e d’ispirarsi a valori “superiori”. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, infatti, agli Stati che rivendicano l’appartenenza all’Unione Europea, non si può sottrarre l’arduo ma imprescindibile compito di accogliere i rifugiati e i bambini che scappano da guerre, carestie e fame.