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Tour elettorale “LIBERI E UGUALI” con Pietro Grasso ad Agrigento

 

 

Ieri intensa e affollata kermesse, ai Dioscuri di San Leone, di “LIBERI E UGUALI” con tutti i candidati che fanno riferimento all’agrigentino e, ovviamente, con la presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e Candidato nel collegio plurinominale del Senato insieme al suo numero due, come candidata, l’onorevole Mariella Maggio.

Dopo la presentazione dell’On Angelo Capodicasa e degli interventi dei candidati Bianca Guzzetta (candidata uninominale e plurinominale Camera); Cesare Lo Leggio (candidato plurinominale Camera); Nicolò Asaro (candidato uninominale Camera, collegio Mazzara del Vallo-Agrigento); Calogero Zammuto (candidato uninominale Senato); Teresa Monteleone (candidata plurinominale Senato) interviene, per le conclusioni, Pietro Grasso con un discorso molto articolato politico-programmatico.

Pietro Grasso dopo 43 anni in magistratura e gli ultimi 5 anni come Presidente del Senato ci ricorda come in entrambi i casi non ha mai potuto esprimere le proprie idee politiche proprio per le funzioni assolte, entrambe super partes, e quando pensava ritirarsi a vita privata, i fatti, invece, lo portano, all’età di 73 anni, proprio ad essere guida di un progetto politico, e non a caso ma per la sua formazione, per fare nascere e crescere proprio quello che ritiene l’unico vero partito di Sinistra, appunto “LIBERI E UGALI”.

Ed anche se è vero che nel simbolo non c’è la parola Sinistra è anche vero che Liberi e Uguali sono i due termini che esprimono meglio e forte i concetti della Sinistra.

Riflette come le coincidenze della vita a volte sono incredibili e ricorda come fosse Procuratore a Palermo proprio quando L’On Capodicasa era Presidente della Regione, per ritrovarselo accanto in questa competizione elettorale, e la sua prima inchiesta di mafia fu per l’uccisione di Piersanti Mattarella per poi ritrovarsi il fratello Sergio Presidente della Repubblica mentre lui è Presidente del Senato.

Nello svolgimento del suo ruolo di Presidente del Senato ha visto discutere ed approvare, nell’aula parlamentare di sua competenza, molte leggi di cui, Lui, non ne condivideva né lo spirito né l’indirizzo politico-sociale. Ma la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso è la ormai la dirompente legge elettorale Rosatellum, oramai definita con tantissimi aggettivi che ne “lodano” i demeriti, e che 315 Senatori hanno dovuto ingoiare senza proferire verbo, non potendo interferire in nessun modo, in virtù di 5 voti di fiducia.

Grasso così decide di mettersi al servizio del proprio paese per un progetto politico e portare avanti i valori della sinistra in Italia, per eliminare le diseguaglianze, per una giustizia legale e sociale e per una lotta alla mafia che è la causa della povertà ed emarginazione della Sicilia

Ha ancora parlato di una classe politica siciliana che ha condannato la Sicilia sull’acqua, sui rifiuti, sulle infrastrutture, sul lavoro, sull’ambiente, sulle risorse archeologiche che ne detiene il 63% del patrimonio nazionale, sulla morale, sulla cultura, sull’etica all’arretratezza economica e culturale con sperpero di denaro pubblico e favorendo il diffondersi del malaffare.

La creazione degli ATO rifiuti e degli Ato idrici che hanno solo creato sperpero, Consigli di Amministrazioni e auto blù che però non hanno risolto assolutamente i problemi considerato che siamo eternamente in emergenza che permette di andare in deroga a leggi nazionali e regionali e i problemi restano sempre irrisolti, tutti siamo a conoscenza del dramma delle discariche e delle turnazioni di acqua potabile simili a 50 anni fa e non degni di un paese civile.

Continua denunciando come il problema del mezzogiorno sia sparito dalle agende dei partiti anche nel momento di una tornata elettorale dove Berlusconi e Renzi fanno a gara a chi promette di più, se uno promette cento l’altro risponde più uno. Ma nessuno ci viene a dire che dal 1994 ad oggi il 95% degli investimenti pubblici sono stati indirizzati al nord e perché non pretendere che almeno il 50% deve arrivare al mezzogiorno d’Italia.

Cosa ce ne facciamo del ponte sullo stretto che dovrebbe unire due deserti, la Calabria e la Sicilia? Mentre al nord si viaggia con l’alta velocità noi ancora non abbiamo il doppio binario, mentre i 600 km che separano Milano da Roma si possono percorre in meno di 3 ore, in Sicilia per andare da Trapani a Siracusa e percorrere circa 300 km si devono impiegare 14 ore, con l’aggravante della mancanza di un’unica rete ferroviaria che li unisca, dovendo alternare, nel percorso, pullman dei privati, guarda caso, a tratti ferroviari.

Insomma un articolato intervento che ha ricordato come il diritto allo studio e alla salute sono inalienabili e per tutti e non per pochi, toccando altresì parecchi problemi della nostra martoriata Sicilia e che si conclude con un lungo e fragoroso applauso.