Riceviamo e pubblichiamo
Da sempre le celebrazioni del Primo Maggio rappresentano un irrinunciabile momento di riflessione e di mobilitazione per il popolo Democratico.
Il Primo Maggio parla di noi, della nostra storia, della nostra stessa identità, ma anche del nostro futuro. Celebrare il Primo Maggio vuol dire rinnovare un impegno, che si tramanda di padre in figlio, in difesa di un diritto inalienabile, eppure troppo spesso negato e mortificato; significa anche rinnovare la memoria di chi, in difesa di un tale diritto, ha lottato ed ha perfino sacrificato se stesso e la propria vita. Oggi però il senso di questa festa va contestualizzato, così da scongiurare il rischio che diventi un vuoto momento di retorica, sostenendo le ragioni di quanti, specie in tempo di pandemia, hanno perduto il loro lavoro ovvero lottano per non perderlo.
Per queste ragioni il nuovo gruppo dirigente del Partito Democratico ritiene opportuno consumare tre momenti, che costituiscono la sintesi di queste poche riflessioni: Alle 10 del mattino ci recheremo al cimitero di Sciacca per depositare una corona di fiori sulla lapide dell’indimenticato Accursio Miraglia, eroe e martire, per mano mafiosa, in difesa dei diritti dei Lavoratori siciliani. A seguire incontreremo una delegazione di lavoratori stagionali del turismo, al fine di fare il punto sulla lotta che insieme dobbiamo continuare a combattere in difesa dei diritti di una delle categorie di lavoratori più devastata dalla crisi pandemica. Nel pomeriggio, alle 18, ci recheremo a Raffadali, per onorare la memoria di tre grandi Combattenti per il lavoro e per la Libertà: Cesare Sessa, Vittoria Giunti e Totò Di Benedetto.
Il segretario provinciale Simone Di Paola e Il presidente del partito Giovanna Iacono