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Rappresentatività, Pullara (Conflavoro Pmi Sicilia) alla Camera: Legge garantisca a tutti i sindacati legittimi pari diritti e possibilità

Con il cordinatore regionale siciliano il presidente nazionale Robertp Capobianco: “Cinque anni di tempo alle sigle e poi si proceda a verifica del loro effettivo ‘peso’ sindacale.”

Il 23 luglio 2019 il favarese Giuseppe Pullara, coordinatore regionale di Conflavoro Pmi Sicilia, ha partecipato all’audizione dell’XI commissione Lavoro della Camera dei deputati, guidata dall’onorevole Andrea Giaccone. La normazione della rappresentatività sindacale è stato l’importante tema dibattuto. Pullara, anche vicepresidente dell’associazione di categoria, era al fianco del presidente nazionale Roberto Capobianco.

“È stato molto importante e significativo partecipare a questi lavori ha sottolineato il coordinatore regionale siciliano Giuseppe Pullara – perché sono queste le occasioni in cui possiamo davvero far sentire la voce delle nostre piccole e medie imprese. E la loro tutela e promozione passa anche dal riconoscimento del ruolo delle sigle legittimate a rappresentare le parti sociali”.

Per Conflavoro Pmi è necessaria una legge che faccia finalmente chiarezza sulla rappresentatività, ma dando cinque anni di tempo a tutti i sindacati legittimi per qualificarsi nel mercato a condizioni paritarie. Poi, trascorso questo periodo, via libera all’effettivo conteggio del ‘peso’ sindacale della varie organizzazioni, sia datoriali sia dei lavoratori.

“Purtroppo le circolari 3 e 4 dell’Inl – ha sottolineato Roberto Capobianco– in modo arbitrario hanno eletto a sindacati comparativamente più rappresentativi determinate sigle storiche escludendo tutte le altre senza alcuna verifica numerica in merito. E tuttora non ci spieghiamo perché in passato l’Ispettorato abbia a tutti gli effetti dichiarato, senza entrare nel merito, che esistano sindacati non comparativamente maggiormente rappresentativi”.

“A oggi – è stato ricordato – non esiste infatti in Italia una legge sulla rappresentatività o sul concetto di ‘comparativamente’. Riconosciamo che la stessa nuova gestione dell’Ispettorato ha comunque fatto maggiore chiarezza in merito. Ci riferiamo, in particolare, alla circolare 7 del 2019 la quale si concentra sulla bontà dei contenuti dei contratti collettivi e non sul nome delle sigle che li firmano. Ma resta il fatto che una legge sulla rappresentatività è necessaria, non più rimandabile proprio per evitare che si creino in futuro altre situazioni dannose per le piccole imprese italiane. Le quali, pur aderendo a sindacati maggiormente rappresentativi i cui contratti collettivi sono riconosciuti come legittimi da tutti gli enti preposti tra cui il Cnel, hanno comunque subito gravi disagi”.

E adesso per Conflavoro Pmi c’è la necessità di fermare i motori e dare la possibilità ai sindacati legittimi e responsabili di lavorare a condizioni paritarie, certe e uniformi per tutti gli attori. Senza più arbitrarietà. E nel frattempo? “Vanno poste come base di ogni efficacia contrattuale le basi retributive e contributive dei contratti leader di ogni settore, applicando – ha concluso Roberto Capobianco – giuridicamente e sindacalmente il concetto di ‘maggiormente rappresentativo’. Esso, infatti, è già regolamentarmente e sostanzialmente definito dalla circolare 14/1995 del ministero del Lavoro e in grado di garantire quella libertà sindacale che, anche attraverso lo strumento del rispetto dei parametri retributivi contrattuali, vedrebbe naturalmente sanciti i presupposti sindacali di riferimento”.