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Premio di pittura “Il Convivio 2018” XVIII edizione al favarese Alberto Crapanzano

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Nella foto Adriana Repaci con Alberto Crapanzano

Circa 90 gli autori all’Hotel Caesar Palace di Giardini Naxos che hanno rappresentato con il loro impegno di scrittori, studiosi, poeti, pittori e artisti della cultura italiana e straniera domenica 28 ottobre 2018.

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Con il suo quadro “A Pirrera”, Alberto Crapanzano artista favarese vince con diploma d’onore il premio culturale “Il Convivio” nella sezione “Arti figurative” . La giuria presieduta, da Carmela Tuccari, era composta da 21 membri: Francesca Luzzio, Adriana Repaci, Sabato Laudato, Beatrice Torrente, Adalgisa Licastro, Aurora De Luca, Tania Fonte, Nunzio Trazzera, Maristella Dilettoso, Lucia Paternò, Norma Malacrida, Antonia Izzi Rufo, Giuseppe Manitta, Alain Machet (Francia), Sonia R. Sanchez (Spagna), Carolina Monteiro (Portogallo), Vittorio Verducci, Ferruccio Gemmellaro, Cinzia Oliveri, Maria Elena Mignosi, Enrico Fichera. La kermesse è stata coordinata dal Presidente dell’Accademia Internazionale Il Convivio Angelo Manitta.

La motivazione a cura di Adriana Repaci membro della giuria è stata la seguente: “l’opera descrive la storia si tanti uomini, ormai dimenticati, all’interno delle miniere di zolfo. Colori freddi e rocciosi creano una situazione evanescente in forte contrasto con i toni del giallo, nei quali rivive l’atmosfera e l’odore pungente dei vecchi minatori di zolfo. Uomini forti segnati dalla fatica, ricoperti solo di pochi stracci. L,opera pone un’attenta riflessione sulla memoria storica, la sofferenza e la disperazione come forza solidale e strumento popolare che accomuna tanti destini, lato oscuro e nascosto delle società moderne che sono debitrici della loro opulenza esteriore fatta di luci e colori.”

L’opera pittorica viene realizzata nell’anno 2014, in occasione di un concorso bandito dal Comune di Montedoro (CL) per il Museo della Zolfara, avente come tema ispiratore “il lavoro, le lotte e le sofferenze dei minatori siciliani”, ma essendo l’unico partecipante l’artista  Alberto Crapanzano, allora non accetta il premio che l’amministrazione voleva riconoscergli, ritenendolo ingiusto appunto perché unico in competizione. Inoltre l’opera “A Pirrera” la scorsa estate è stata esposta a Venezia presso la Galleria Accorsi Arte.

Numerosi i critici italiani e stranieri che hanno descritto le opere di Alberto Crapanzano tra cui qui sotto quella più rispondente all’opera premiata.

Osservando l’opera A Pirrera si resta catturati dalle figure, che presentano i tratti fisici della fatica di chi è sottoposto ad un lavoro duro, come quello in una cava di pietre. Crapanzano riprende uno dei lavori più faticosi e ne descrive la quotidianità. Nella composizione vi è la manifestazione emotiva che emerge dall’accurata scelta cromatica: il blu e il giallo. Il primo predomina l’opera, mentre il secondo ne esalta la configurazione. Infatti il blu invita ad oltrepassare la realtà e nello specifico allevia i colpi contro la dura pietra. La scelta da parte dell’Artista è quella di realizzare un’opera dal forte significato antropologico e ci riporta sia alla lettura pirandelliana e verghiana, che alla pittura di Vincent Van Gogh, con le sue opere dedicate ai minatori. Linguaggi diversi che hanno un denominatore comune: la fatica della vita, una peculiarità che Crapanzano studia in ogni particolare con il linguaggio artistico,con uomini che esternano corpi scheletriti logorati dalla lunga giornata. Le pietre frantumate e la parete ancora da sconfiggere sembrano aprire una lunga partita tra l’uomo e la natura, che l’Artista, difatti, sa cogliere, con grande ingegno narrativo e descrittivo con le figure che occupano lo spazio centrale, proprio a dividere i due opposti. Ma oltre all’aspetto comunicativo vi è in A Pirrera anche lo studio disegnativo che crea armonia tra il primo piano e la prospettiva, a ciò va aggiunto il tratto che segna le forme delle pietre con gli spigoli incisivi. L’opera nasce dal desiderio intrinseco di comunicare un passato che vive nei ricordi.