“Sia sulla Agrigento/Palermo che sulla 640 ad eseguire i lavori con gravi ritardi è la CmC di Ravenna in Ati, oggi in palese difficoltà economica chiede altro tempo, tempo che gli agrigentini e le imprese del territorio non sono più disposte a dare, e neanche io!” A parlare è l’on. Giusi Savarino, Presidente della commissione trasporti in Ars, che prosegue: “E’ da mesi che vigiliamo su Anas e CmC sia per i lavori sulla 640 che per la Palermo/Agrigento. Lo stesso Presidente Musumeci anche nei vertici romani ha ripetutamente sollecitato Anas su queste importanti arterie viarie. Noi abbiamo fatto innumerevoli audizioni, nonché ispezioni in loco insieme all’assessore Falcone, il nostro timore era la solidità economica del contraente generale. Purtroppo le notizie che arrivano sull’amministrazione controllata della società CMC dimostrano quanto i nostri timori fossero fondati, ora però non vogliamo che oltre al danno ci sia anche la beffa, per cui chiediamo con fermezza all’ANAS di trovare una immediata soluzione. Categoricamente non vogliamo che queste opere si trasformino in incompiute che lascino isolate un’intera provincia! Oggi avrei voluto discutere del problema qui in Commissione, i miei funzionari hanno contatto i vertici di Anas, CMC e le società in ATI per convocarli già questa settimana, ma ci hanno chiesto tempo. Ebbene, in risposta alla loro richiesta dico, non solo nella qualità di presidente della IV commissione, ma anche a nome di un territorio che come deputato rappresento, che non siamo più disposti a perdere altro tempo prezioso. Non è più tollerabile che in Sicilia non ci siano tempi certi di esecuzione dei lavori. Perché nel resto d’Italia questo non accade? Li riconvocherò per la prossima settimana e mi auguro che vengano con una soluzione pragmatica, efficiente e prontamente eseguibile. Per troppi anni sono mancati vigilanza e controllo da parte della regione, per troppi anni si sono calpestati in silenzio gli interessi dei siciliani. Col governo Musumeci il lassismo è finito, ora basta chiediamo e pretendiamo rispetto!”.