E‘ mio uso personale, ma in generale etica del giornale, pubblicare integralmente i comunicati stampa. Non fa differenza se questi riguardano la politica, fatti culturali o di spettacolo. Pubblichiamo sempre senza tagliare o fare “sconti”. Stavolta arriva la richiesta specifica da parte del consigliere comunale Leonardo Caramazza del M5S, il quale invia agli organi di stampa un suo intervento in risposta alle critiche giunte in seguito alla sua precedente nota, sia dalla stampa ma soprattutto dai colleghi consiglieri comunali d’opposizione.
Il testo di seguito è integrale. Ci riserviamo di intervenire per commentare in un altro articolo. Ecco quanto scrive il giovane Leonardo Caramazza del M5S.
“Cerco ogni tanto di animare il dibattito/confronto politico in una città in cui ormai “la Politica è morta” come è morto il Dio di Nietzsche. Come Dio perse la proprietà di essere fulcro e generatore di senso nella vita sociale della comunità, anche la “Politica”, quella con la P maiuscola, intesa come scienza e arte del governo della cosa pubblica, ha perso la sua capacità di generare valore sociale per la collettività. Il tutto a favore dello sviluppo dei “narcisismi individuali” di qualche operatore politico, che cerca suo malgrado di riappropriarsi di un senso di utilità pubblica, persa, e che mai sarà ricostituita.
Oramai l’insulto e l’offesa personale sono le uniche armi che questa città, intesa come insieme dei suoi rappresentati politici a vario titolo, riesce ad utilizzare come strumento di comunicazione per controbattere a quello che viene, purtroppo, riconosciuto come un avversario politico.
È chiaro che, quando non si riesce a smontare il discorso dell’altro attraverso la forza di una contro argomentazione, quello che resta è screditare ed attaccare la persona e non l’idea che partorisce. Sarei onorato di cambiare le mie idee, qualora qualcuno mi facesse notare l’inesattezza delle stesse, e sarei anche grato a costui che, con sufficiente garbo e rispetto mi abbia portato a considerare una prospettiva alternativa.
Ciò che è stato operato, è un totale travisamento delle mie parole, che a mio avviso avrebbero dovuto risultare più critiche che auto celebrative rispetto all’operato dell’amministrazione. Chiaramente il gioco di riportare le sole parole che meglio possano essere strumentalizzate, è il pane quotidiano di chi, per vari motivi, vuole ribaltare una certa narrazione per i propri scopi politici. Questo lo capisco perfettamente, una parte della città è da tempo in campagna elettorale e un’altra parte rimane sopita in attesa di qualche opportunità di resuscita.
Nelle mie precedenti dichiarazioni, riconosco si, quanto di buono è stato fatto fino ad oggi nel processo di risanamento e nella creazione delle condizioni migliori per ritornare ad una programmazione politico-amministrativa che, ad oggi, è del tutto assente. Processo che, non è assolutamente terminato né sufficiente, ma che è stato avviato in maniera seria e scrupolosa. Dall’altra parte però denuncio anche delle mancanze amministrative e politiche che dovevano essere poste in agenda tempo prima e che rischiano di essere sepolte nel dimenticatoio, allontanando questa amministrazione dai temi importanti e dagli obiettivi prefissi ad inizio mandato.
Il tempo si sa è galantuomo, ma bisogna saper utilizzare bene questo tempo che ci rimane, per non lasciare niente di intentato e raggiungere quelle mete minime per dare senso compiuto alla nostra permanenza al governo della città. È in questo senso, allora, che mi sono preso l’impegno di rafforzare la mia azione politica affinché niente venga trascurato e niente venga lasciato al caso.
Riconoscere gli errori è il primo passo per rimediare ad essi, sono perfettamente d’accordo. Se qualcuno volesse dare un contributo fattivo e positivo per migliorare, ancor di più, le condizioni della nostra comunità sarò felice di ascoltare. Ma se la Politica, deve diventare un gioco per cui vince chi affonda il proprio nemico a scapito del bene collettivo, mi dispiace, io non sarò della partita.
Ai politici di lungo corso di questo paese dico: dovete riconoscere un debito amaro con la vostra coscienza. Forse riuscirete a ripulire la vostra immagine, forse riuscirete pure a raccontare qualcosa di nuovo, ma non riuscirete mai a saldare quel debito che avete contratto. Un debito da riconoscere non con questa o quell’altra amministrazione, non con me o con quell’altro giovane politico, ma con i vostri figli e i vostri nipoti che saranno costretti a lasciare il proprio paese. Tutto ciò a causa di quello che non avete fatto in questi anni e per il modo in cui avete usato la cosa pubblica come fosse cosa vostra”.