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Politica. Antonio Palumbo, segretario provinciale della Rifondazione comunista : “Grazie alla nostra pubblica denuncia siamo riusciti ad bloccare il progetto di alcuni consiglieri di raddoppiarsi l’indennità”

 

 

E‘ stato grazie ad Antonio Palumbo che noi giornalisti abbiamo potuto capire cosa si celasse dietro alla dicitura “Proposta di modifica art. 25 bis,  del regolamento del Consiglio Comunale”. E’ sempre grazie ad Antonio Palumbo che noi giornalisti abbiamo potuto pubblicare la sua nota stampa a poche ore dalla seduta del consiglio comunale di Favara e “smascherare” il tentativo- definito poi provocazione dal consigliere Scalia- di aumentarsi l’indennità. Ad Antonio Palumbo deve andare il GRAZIE dei cittadini tutti e dei giornalisti. Vi pubblichiamo la sua nota stampa dopo la seduta del consiglio.

“In merito al consiglio comunale di ieri sera, esprimiamo la massima soddisfazione per il risultato ottenuto:
grazie alla nostra pubblica denuncia , all’immediato interessamento dei mezzi d’informazione e la
mobilitazione della gente , siamo riusciti a bloccare il progetto di alcuni consiglieri comunali di raddoppiarsi
l’indennità.  Le note positive ahimè finiscono qua, perché per il resto ieri sera si è svolto un consiglio comunale
vergognoso , con imperdonabili attacchi alla stampa locale, ed in particolate al giornalista Peppe Moscato, al
quale va tutta la nostra solidarietà; attacchi che si sono riversati anche sulla mia persona, liti furibonde tra  consiglieri del M5S e comportamenti che niente hanno a che vedere con il rispetto dell’aula e dei cittadini.
Andiamo con ordine: la seduta si è aperta con il teatrino della lite tra consiglieri comunali dello stesso M5S,
dopo di che ha chiesto di intervenire il consigliere Tonino Scalia promotore della proposta del raddoppio
dell’indennità per i consiglieri comunali; lo stesso preso dal panico per essere stato scoperto ha pensato
bene di giustificarsi dichiarando che la proposta era solo una “burla” una provocazione, una presa in giro,
fatta esclusivamente per vedere la reazione che avrebbe provocato. Al di là del fatto che nessuno ha
creduto a questa “giustificazione”,volendo entrare nel merito, ci si chiede a chi fosse rivolta questa
provocazione ? forse ai cittadini, al fine di verificare la loro capacità di “arrabbiarsi” o il loro grado di
sopportazione? La giustificazione addotta con tanta leggerezza risulta però altrettanto offensiva se si
considera che i consiglieri dimostrano di aver scambiato il consiglio comunale per un luogo in cui farsi
dispetti e giocare alle pseudo provocazioni. Caro consigliere Scalia il consiglio comunale è un luogo serio
dove si lavora per il bene dei cittadini..lo sa lei quanto è costata la sua presunta “burla” ai cittadini favaresi?
Un anno di commissioni, l’impegno di due dirigenti chiamati ad esprimere parere, la produzione di
innumerevoli copie della proposta, la relativa pubblicazione, il protocollo, l’inserimento come punto
all’ordine del giorno ecc… con gravissimo dispendio di tempo e denaro pubblico.
La giustificazione risulta insomma troppo assurda e paradossale, fuori da qualsiasi logica ; e’ evidente che la
realtà è un’altra, ossia che avete provato a far passare il punto nel più assoluto “silenzio” , ma una volta
scoperti avete cercato di arrampicarvi sugli specchi.
A dimostrazione del fatto che non si trattasse di una provocazione , ci sono inoltre le dichiarazioni che alcuni
consiglieri hanno voluto rilasciare in aula: i consiglieri Salvatore Giudice, Sergio Caramazza e Marilì
Chiapparo , alle dichiarazioni di Scalia, hanno voluto replicare il loro disaccordo alla proposta; inoltre il
capogruppo Grillino , Massimo Liotta, durante la lite con il collega di partito Caramazza – l’ha sfidato a
votare contro il punto relativo ai gettoni di presenza, lasciando intendere , a mio avviso, che la maggioranza
grillina fedele al sindaco fosse già predisposta a votare a favore della proposta.
L’intervento però del quale non riesco a spiegarmi i motivi è quello del consigliere Laura Mossuto che, pur
non coinvolta nella vicenda, ha pensato bene di difendere il collega Scalia , attaccandomi su temi
francamente ridicoli, riportando una serie di “inesattezze” ed ironizzando sul fatto che il dimezzamento dei
gettoni da me proposto e fatto approvare nella passata consiliatura , fosse arrivato a sei mesi dalla scadenza
del mandato, ricordandomi che l’anno scorso lei stessa aveva proposto l’azzeramento di tutte le indennità;
cara consigliera Mossuto volevo ricordarle solo alcuni dati: la mia prima proposta di azzeramento dei gettoni
risale alla prima conferenza dei capi gruppo nel luglio del 2011, dopo alcuni mesi di tentativi andati a vuoto,
ho provveduto da solo ad azzerare il mio compenso per 6 mesi come segnale di serietà; nel frattempo ho ​
utilizzato questo tempo per cercare di convincere i colleghi a rinunciare ad almeno al 30% del loro
compenso, a quanto pare i tempi non erano maturi, e come al solito ho provveduto da solo a rinunciare al
30%; un anno e mezzo prima della fine del mandato quasi tutti i consiglieri hanno deciso di rinunciare per
intero al gettone, ed infine dopo un lungo percorso siamo riusciti a fare approvare il regolamento che oggi
qualcuno voleva modificare.
Volevo, infine, soffermarmi sul fatto più grave accaduto ieri sera: quando il consigliere Scalia ha ritirato i
punti in questione ha pure chiesto il prelievo di un punto , da lui presentato , che era sicuramente
meritevole di attenzione e con il quale concordo e cioè l’istituzione di una commissione speciale per lo
studio e il monitoraggio dell’inquinamento derivante da rifiuti speciali, radioattivi e nocivi per le persone;
ebbene , dopo la richiesta di prelievo è caduto il consiglio comunale per mancanza di numero legale,
evidentemente visto che non era più all’ordine del giorno il punto che a loro interessava (gettoni) molti
hanno pensato bene di abbandonare l’aula, la commissione può aspettare.
In definitiva ieri sera si è consumata una delle pagine più tristi del consiglio comunale favarese fatta di
giustificazioni offensive per l’intelligenza di cittadini di consiglieri litigiosi tra loro ed irrispettosi nei confronti
di chi fa informazione, di interventi poco politici e diretti esclusivamente ad attaccare persone presenti in
aula, ma senza diritto di replica”.