I componenti della direzione provinciale del Partito Democratico di Agrigento Cristina Scaccia, Rosario Manganella, Mariella Corrao, Salvatore Lombardo, Lillo Destro e Rito Compilato manifestano sentimenti di preoccupazione e di perplessità in merito alla volontà dichiarata dall’ex segretario provinciale, professore Zambito e di altri componenti dell’organismo di procedere, a tutti i costi, nel solco di uno scontro aperto con la Commissione regionale per il congresso e con la commissione nazionale per il congresso, in merito alla decisione di rinviare ad una fase successiva alla celebrazione del congresso regionale le fasi congressuali provinciali e cittadine.
“Riteniamo che un partito che non rispetta le sue regole interne ha smesso di definirsi comunità, per diventare semplicemente un insieme di correnti, che si fanno la guerra fra loro. Non ci interessa il terreno dello scontro e della contrapposizione a tutti i costi, ma crediamo che anche nel confronto fra proposte diverse ci possa essere un governo unitario e condiviso delle scelte interne del partito.
Pertanto chiediamo alla direzione provinciale, la cui convocazione è stata definita nulla dagli organismi nazionali per il congresso, di rientrare entro i canoni della legittimità delle scelte e dei comportamenti, nel rispetto dell’intera comunità del pd”.
I componenti della direzione provinciale lanciamo un appello affinché si possa celebrare in modo sereno il congresso regionale e successivamente governare in forma unitaria i passaggi successivi a livello locale. In caso contrario non intendono seguire la linea della illegittimità delle scelte assunte dall’ex segretario Zambito.
“Rispetteremo le regole, e ci atterremo a quanto deliberato dalla commissione regionale per il congresso all’unanimità e a quanto precisato dalla commissione nazionale per il congresso”.
“Le Direzioni provinciali, pertanto, non possono – per difetto di competenza – procedere all’elezione delle Commissioni provinciali per il Congresso. Ogni atto che contrasta con la disposizione dell’art. 14, comma 4, del Regolamento quadro è da considerarsi nullo”.