Cresce nelle donne e nei giovani di Agrigento la voglia di mettersi in gioco e di fare impresa. Nel 2015 le piccole e medie imprese del settore Benessere e Servizi alla persona – che comprendono Servizi di parrucchieri e di altri trattamenti estetici, Servizi di centri per il benessere, lavanderie e pulitura articoli tessili e pelliccia-con a capo una donna sono state 395, rappresentando il 48,7% del totale delle imprese artigiane di questo settore (811) e il 45,3% delle imprese artigiane femminili. I dati relativi alla demografia delle imprese del comparto giungono dall’OsservatorioMpi di Confartigianato Sicilia, che ha evidenziato come nel 2015 nella provincia di Agrigento ci sia stato un tasso di crescita pari allo 0,0%, determinato da un saldo in pareggio, con 27 nuove iscrizioni e 27 cessazioni non d’ufficio. E sono molti i giovani ad aver strizzato l’occhio ad un comparto che, rispetto agli altri settori dell’artigianato, ha risentito meno della crisi. Non a caso le imprese artigiane gestite da un imprenditore con meno di 35 anni sono state 140, pari al 17,3% dell’artigianato del settore e al 17,9% delle imprese artigiane di giovani. “Un momento di grande prospettiva – commenta Francesco Giambrone, Presidente di Confartigianato Imprese Agrigento – che finalmente ci permette comprendere al meglio le dinamiche imprenditoriali e contrastare il fenomeno della disoccupazione femminile e giovanile”. Sono invece 75 le imprese dei Servizi alla persona con imprenditore straniero, queste pesano sul totale imprese del comparto per il 9,2% e sul numero complessivo di imprese artigiane gestite da stranieri per il 20,4%. Nel 2015 l’Osservatorio ha stimato che nella città di Agrigento hanno prestato manodopera, nel comparto artigiano dei Servizi degli acconciatori, manicure, pedicure e trattamenti estetici, 1.977 addetti. “Questo vuol dire che il settore funziona – conclude Giambrone – e che, grazie anche ai recenti sgravi contributivi per i nuovi assunti si è potuto dare impulso alle assunzioni, ciò deve fare riflettere chi governa tali politiche, perché al Sud specialmente, il costo del lavoro è troppo alto e se non si attuano misure tali a renderlo meno oneroso ci sarà sempre più lavoro nero e meno crescita occupazionale”.