Favara Politica

M5S: se mi lasci non vale

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

 

 

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Tutto si puo dire meno che l’addio di Zambito al M5S sia avvenuto in punta di piedi. Al contrario sono volati gli stracci come solitamente si dice in questi casi.

Ha avuto il bisogno di renderlo pubblico e l’ha fatto con tutta la rabbia di chi è stato tradito. Cosi almeno appare a chi legge le righe che non nascondono nulla.

Del resto il suo protagonismo nel movimento ne ha fatto in città una figura di primo piano e quale che fosse la sua collocazione nel movimento, sia quella maggioritaria,che in quella minoritaria,non è stata di semplice testimonianza.
Quindi è stata legittima la sua aspettativa di poter concorrere a un seggio al Parlamento Nazionale. Ne’ vale dare eco alle voci del dissenso che queste grida sull’emarginazione dei talenti, le hanno lanciate per primi e adesso gli rinfacciano i suoi silenzi.
Il M5S con il nuovo statuto è consapevole di subire un’amputazione e ha scelto di farlo per tutto il territorio Nazionale e con obiettivi che mirano ad un piu’ penetrante controllo degli eletti e dei militanti. Un metodo di selezionare il gruppo dirigente che riduce il rischio di persone dotate di capacità di una propria autonomia rispetto agli obiettivi che si sono dati. Quello che è capitato a Joseph puo’ benissimo essere un effetto indesiderato, un danno collaterale che comunque riguarderà lui e non necessariamente l’effetto di un disegno complottista. Si poteva immaginare una eccezione alla regola per non rinunciare ad una risorsa come Zambito ha dimostrato di essere per il movimento 5 S. Ma nelle dinamiche del gioco dei duri e puri finisci sempre incontrare un puro che ti epura e puo darsi che taluni possano essere contenti del suo addio.
Ma in città il M5S è sempre piu’ solo nella quotidiana gestione amministrativa. Il leader è all’ARS e attende ai suoi compiti di deputato regionale guardando lontano, il bilancio riequilibrato viene rigettato dai revisori e sorge piu’ di un dubbio sul suo esito in consiglio comunale. Infine, per ora, viene abbandonato dalla figura piu’ in vista dopo l’ìonorevole, e non resteranno amici, come si dice quando finisce un amore.
Sarà tutto bene, ma in un paese dove pochi decidono le sorti di tutti senza che cio’ avvenga con un sistema di contrappesi e trasparenti forme di creazione del consenso non puo’ consolare la definizione che riguarda uno di loro. Riguarda tutti e a tutti i soggetti politici è richiesta il recupero di elementi esigibili di democraticità per candidarsi a guidare le istituzioni ad ogni livello. Abbandonare il controllo democratico degli accadimenti politici non vale e si fa il gioco dei gruppi di potere.Occorre un supplemento di esercizio della responsabilità degli elettori, per primi e dei cittadini comunque, perchè anarchismo dilagante giova a chi si organizza meglio nell’assalto al palazzo in questo inverno.