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L’omaggio a Filippo Lentini puo’ essere una occasione per la sinistra in città

 

La meritoria iniziativa di rendere omaggio a Filippo Lentini in occasione del 1° Novembre per quanto aperto a tutti possa ritenersi, rimane un evento riservato, esclusivo, che andrebbe arricchito da un seminario che ricordando il protagonista del socialismo siciliano, l’uomo di governo e illustre figlio della città, affronti il tema della missione della sinistra oggi e superi il pudore di un bisogno di un soggetto socialista inespresso, ma necessario.
Insomma Filippo Lentini potrebbe ancora, da morto, servire il suo paese se solo riuscissimo a liberarlo dal circoscritto ambito della militanza al PSI, per apprezzarne la capacità dimostrata di interpretare il suo tempo , i bisogni dei contadini, quelli della città, l’avanzamento delle condizioni democratiche della sua base sociale in Sicilia con la sua presenza nel Governo Regionale.

Sarebbe l’occasione per interrogarsi su come la sinistra intende rispondere al frammentato mondo dei disoccupati siciliani, al lavoro nero diffuso, ai precari e al lavoro delle imprese, senza una strategia contro le diseguaglianze che trasformi le aspirazioni individuali in mete collettive.

Si potrebbe tentare di liberarsi dall’alibi che l’epoca dei social risulti un ostacolo ad una mobilitazione territoriale sui temi dell’ ambiente per mettere in sicurezza il territorio e per il risanamento dei centri storici che darebbero opportunità e occupazione. Trattate come strumento superato, di fatto nascondono un distacco dal libero confronto con i cittadini e la pigrizia all’approfondimento e allo studio della domanda sociale, essenza stessa della sinistra.

Servirebbe una tale occasione in una città come Favara per soddisfacimento dei bisogni quotidiani dei suoi cittadini?

Personalmente credo di si, convinto come sono che la domanda di cambiamento, certificato dalle urne l’anno scorso alle elezioni comunali, ha bisogno di essere guidato verso una visione del futuro della città largamente condiviso di cui ancora non c’è traccia nella carsica attività programmatica dalla maggioranza che guida il comune dalle istituzioni locali.

Sottovalutare la domanda di cambiamento o peggio rassegnarsi a non trasformare il “rancore sociale”nella nuova missione della sinistra liberale e socialista di dargli rappresentanza e capacità progettuale è forse la causa della sua irrilevanza in città. L’omaggio all’illustre socialista sarebbe l’occasione per una riflessione collettiva che l’invito del 1°novembre stimola, ma non sembra arrivare almeno per ora.