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La villa dell’ex sindaco Sodano non era abusiva. Il CGA condanna Legambiente, la Soprintendenza dei beni culturali ed il Comune di Agrigento

Come si ricorderà per effetto di alcune denunce presentate da Legambiente la Soprintendenza dei beni culturali di Agrigento ed il Comune di Agrigento avevano revocato in autotutela , rispettivamente, il nulla osta di propria competenza e la concessione edilizia rilasciati alla signora Aiazzi Clelia, suocera dell’ex sindaco Calogero Sodano, per un intervento di consolidamento e riuso di un fabbricato ricadente in zona A del decreto Gui-Mancini (DM !6 maggio 1968); e  ciò sulla base di una asserita falsa rappresentazione della consistenza volumetrica del fabbricato.  Avverso i provvedimenti adottati in autotutela dalla Soprintendenza e dal Comune proponeva un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Guido Corso,  la figlia della signora Aiazzi, Dottoressa Antonella Gulotta, che era divenuta proprietaria del lotto avendolo ricevuto in donazione dalla madre; nel giudizio è intervenuta ad opponendum anche Legambiente Onlus. In particolare gli avvocati Rubino e Corso hanno sostenuto la piena conformità delle opere realizzate con la tipologia degli interventi di ristrutturazione edilizia consentiti dal quadro normativo che disciplina l’edificazione delle aree comprese dentro il perimetro del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, sottolineando l’assenza di abusi.  Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana in sede giurisdizionale, in considerazione dei dubbi circa l’individuazione dell’esatta estensione del fabbricato nella sua originaria consistenza, ha disposto una verificazione al fine di accertare l’esatta consistenza, in termini di sagoma e di volume, dell’originario fabbricato oggetto delle opere assentite da parte della Soprintendenza di Agrigento, incaricando ai fini dell’espletamento della consulenza il prof. ing. Paolo La Greca, Direttore del dipartimento di ingegneria civile dell’Universita’  degli Studi di Catania. Il prof. La Greca, in contraddittorio tra le parti, effettuava un apposito sopralluogo in contrada Maddalusa, e rassegnava le conclusioni in termini ampiamente favorevoli alla ricorrente, ritenendo che la sagoma del nuovo fabbricato ricalca pedissequamente quella del fabbricato preesistente, rispettando la superficie complessiva, ritenendo altresì che il volume del fabbricato originario non si discostasse da quello assentito dalla Soprintendenza. Il Consiglio di giustizia Amministrativa per la regione siciliana in sede giurisdizionale ha condiviso le conclusioni del consulente, secondo cui “l’intervento sul fabbricato è stato improntato al mantenimento dei caratteri essenziali desumibili da quel che restava del fabbricato originario, rispettando i caratteri propri”, ed ha pertanto accolto il ricorso patrocinato dagli avvocati Rubino e Corso, annullando tutti i provvedimenti impugnati, e condannando la Soprintendenza ed il Comune di Agrigento e Legambiente a pagare in solido le spese giudiziali, liquidate in euro seimila, oltre accessori, oltre al pagamento delle spese di verificazione. Pertanto la villa in contrada maddalusa non verrà demolita mentre la Soprintendenza, il Comune di Agrigento e Legambiente pagheranno in solido le spese legali e di verificazione.