L’organizzazione religiosa ha annunciato che intende impugnare la sentenza davanti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo.
La comunità dei Testimoni di Geova della Provincia di Agrigento per conto del loro rappresentante stampa Alfredo Pennica, fa sapere che il collegio d’appello della Corte suprema russa ha confermato la sentenza del 20 aprile dichiarando “estremista” l’organizzazione religiosa dei Testimoni di Geova imponendole il divieto di attività in Russia e ordinando il sequestro dei beni a favore dello Stato.
Bandendo l’attività del gruppo cristiano, la Corte suprema russa ha accolto una richiesta del ministero della Giustizia, che accusa l’organizzazione religiosa di “violare la legge per combattere l’estremismo”, ma ha sfidato anche il parere degli esperti delle Nazioni Unite, che a inizio aprile avevano definito l’iniziativa del governo russo “estremamente preoccupante”, denunciando “una minaccia non solo ai Testimoni di Geova, ma alla libertà individuale in generale nella Federazione russa”.
I Testimoni di Geova della provincia di Agrigento rimangono vicini ai loro compagni di fede, sperando nella Corte di Strasburgo, che già nel 2010 bocciò la decisione di una corte penale di Mosca di vietare le loro attività pubbliche nella capitale russa. In quell’occasione la Corte europea dei diritti dell’uomo condannò la Russia per aver violato il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione, nonché il diritto ad associarsi di una comunità che adesso conta 175.00 fedeli.