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Inaugurazione del campetto polivalente e dell’Agorà presso l’I.C. Falcone Borsellino

Presso la sede centrale dell’istituto comprensivo “Falcone Borsellino” sono stati inaugurati il campetto sportivo polivalente e l’area “Agorà” adiacente alla “Pinetina della Legalità”. Opere realizzate grazie ad un finanziamento Fesr 2014-2020 che l’istituto ha intercettato tra i bandi, realizzato un progetto con l’Ing. Erica Matina, con il pieno coinvolgimento del Collegio dei Docenti e del Consiglio d’istituto e con i pareri autorizzativi del Comune di Favara.
L’evento ha coinvolto gli alunni dei due plessi ed ha esaltato l’importanza della pratica sportiva per la crescita sana di mente e corpo.

La cerimonia, coordinata dal vicepreside Giuseppe Piscopo, ha avuto la partecipazione di diversi ospiti. La Dirigente Scolastica Maria Vella nel corso del suo intervento di apertura ha evidenziato l’importanza dello sport a scuola e soprattutto l’esigenza di spazi attrezzati ed adeguati. E dopo la palestra coperta, il plesso di via Rag. D’Oro da oggi può offrire ai propri alunni, compresi quelli della sede distaccata di via Roma, un gioiello polivalente, dove poter praticare calcetto, tennis, basket e volley. “Ci siamo prefissati degli obiettivi- ha detto la D.S. Maria Vella- e con un lavoro di squadra ci siamo riusciti. Riqualificare uno spazio utilizzato per lo sport ma inadeguato è per noi motivo di felicità. Il nostro Istituto adesso è anche ad indirizzo sportivo e nuove strutture possono invogliare più giovani a praticare varie discipline”.


Alla manifestazione hanno dato i propri contributi l’assessore comunale ai Lavori pubblici Emanuele Schembri, il presidente onorario della LND Santino Lo Presti, il presidente provinciale Coni Antonella Attanasio, il presidente del Consiglio d’istituto Laura Pitruzzella, don Calogero Lo Bello ed alcuni alunni Testimonial della manifestazione i giocatori della SSD Pro Favara 1984 il portiere Lamin Ceesay, Pietro Marino ed il capitano Fabio Bossa. Toccante la testimonianza del portiere gialloblù e della sua storia di migrante. “Ho perso un fratello durante la traversata- ha detto Lamin- e ogni volta che pensavo a lui piangevo. Lui amava il calcio e io, grazie al calcio, sono rinato. E adesso quando penso a lui sorrido perché so che è felice. Ai ragazzi dico di praticare qualsiasi disciplina. Perché si cresce sani e soprattutto si seguono regole per la vita”.