Cultura e Spett. Favara Primo piano

In ricordo dell’On. Filippo Lentini

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

Prof. Biagio Lentini

Ricorre il nono anniversario della scomparsa dell’on. Filippo Lentini, importante punto di riferimento del socialismo agrigentino e siciliano, legato, nella sua attività di sindaco di Favara e di componente di vari governi della regione, agli interessi della Sicilia  e al proprio paese in particolare, di cui ebbe il merito della ricostruzione e della rinascita.

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Oggi, nella travagliata situazione politica locale, può essere  una testimonianza diretta per le giovani generazioni bisognose di trovare un riferimento morale , che possa supplire alla mancanza di validi valori.  Ricordare Filippo Lentini, uno dei più importanti figli di Favara è un bene,  per i meriti, che nessuno può disconoscere, avendo saputo interpretare le ansie e gli interessi del suo popolo con risposte concrete e soluzione di tantissimi problemi. Oratore dalla facile parola, era capace di galvanizzare le masse. Amava parlare a braccio. MA in due occasioni : presentazione del libro “L’assassinio di Gaetano Guarino “ di G. Castronovo e nel 40° anniversario della tragica morte di don Giuseppe Seggio scelse di intervenire leggendo i relativi manoscritti. Pertanto riporto alcuni stralci dell’intervento, che ebbe a fare martedì 5 maggio 2009 , cinque mesi prima della sua scomparsa, che è un vero e proprio testamento del quale bisognerebbe fare tesoro.. Parlando di un quartiere di Favara afferma :” un territorio allora assai vasto che annoverava espressioni di una borghesia formata da agrari e professionisti ( mi riferisco ai Vaccaro, ai La Russa,  agli Avenia , ai Valenti etcc.) ma anche da artigiani, pastori, contadini e zolfatai, tutti legati in quel periodo ai fatti politici del momento”. Siamo negli anni sessanta, Lentini mostra di conoscere non solo le condizioni economiche e sociali del paese, addirittura le singole famiglie . “ La formazione di una lista civica rappresentò allora, non solo una novità, ma una svolta seria e pregna di sviluppi politici incalcolabili, tanto da essere ostacolata non solo dalla D.C. ma dallo stesso schieramento di sinistra, da me capeggiato, che pur nelle successive elezioni del ’67 ne ebbe benefici e vantaggi elettorali non indifferenti, avendo i consiglieri comunali della “ Civica” votato in Consiglio Comunale per me a sindaco di Favara. Oggi le liste civiche hanno ben altro significato. Esse nascono non motivate dal bene della comunità cittadina, ma dalla esigenza della elezione di qualcuno e formate da componenti di diversa estrazione politica e sociale e possibilmente rafforzate da innesti improvvisati all’ultimo momento. Cosa che, per la verità, caratterizza anche la composizione delle liste di Partito, in un naufragio delle idealità politiche  e nella consumazione di alleanze elettorali eterogenee e spesso contraddittorie. ———-(—–) Se sappiamo ritrovare l’amore all’interesse generale della città, la capacità di rinunzia agli interessi di gruppo o personali, l’impegno nell’azione amministrativa, l’assunzione della responsabilità nel Governo del paese, il piacere e la gioia nell’impegno politico e sociale, la consapevolezza che nel distinguo delle singole e svariate valutazioni , BISOGNA TROVARE MOMENTI DI UNITA’ CITTADINA, creando occasioni di buon Governo, ma soprattutto progettualità e capacità operativa  per un futuro a cui possa essere interessato il popolo favarese”. Si evince chiaramente da questo testamento messaggio, che per amministrare bene il paese, specialmente in un momento di marasma come questo, “ sono  necessari la conoscenza di ogni singolo quartiere con tutti gli aspetti economici e sociali degli abitanti,   Unità Cittadina, Progettualità e Capacità operativa” .