Il Sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha recentemente pubblicato un post su Facebook in cui ha espresso la sua delusione riguardo alla decisione del Consiglio comunale di bocciare le Tariffe Tari 2023. Secondo Palumbo, le accuse mosse dai consiglieri comunali e dagli operatori politici in queste settimane non sono state supportate da alcuna prova tangibile. Durante la seduta del Consiglio comunale, Palumbo ha fornito numeri e dati concreti per dimostrare gli sforzi fatti dalla città per migliorare il servizio di igiene ambientale e aumentare la raccolta differenziata. Inoltre, ha chiarito che la tariffa in discussione era un atto dovuto e che se non fosse stata caricata in bolletta, sarebbe comunque finita a carico del Comune e dei cittadini. Nonostante i progressi fatti, Palumbo ha ammesso che c’è ancora molto lavoro da fare e ha criticato coloro che non hanno sostenuto il suo piano.
Qui sotto trovate il post integralmente pubblicato:
“Oggi in Consiglio comunale abbiamo fornito la prova tangibile che le cose dette in queste settimane sui giornali da consiglieri comunali e operatori politici erano, spesso “quattro parole” messe così a caso per giungere all’obiettivo di stasera: bocciare le Tariffe Tari 2023.
Abbiamo dimostrato, numeri alla mano, cosa abbiamo fatto per migliorare il servizio di igiene ambientale, aumentando la raccolta differenziata e migliorando il dato dell’indifferenziato prodotto. Abbiamo spiegato tecnicamente e senza ombra di dubbio che la tariffa che si andava ad adeguare era praticamente un atto dovuto, che questi conti non li ha fatti il Comune, ma un ente terzo, che comunque questi soldi che non saranno inseriti in bolletta diventeranno un debito fuori bilancio e obbligheranno la segretaria generale ad attivare le procedure di segnalazione alla Corte dei Conti. Tanto è un atto dovuto che la dirigente dovrà riproporre ESATTAMENTE LO STESSO ATTO entro il mese, non potendosi in alcun modo modificare la proposta.
Ma non solo: questo adeguamento se non sarà caricato in tariffa finirà comunque a carico del comune e quindi dei cittadini. Coraggio? Diciamo incoscienza.
In aula abbiamo provato a ribadire che stiamo lavorando per invertire una tendenza: 403 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti in meno in un anno; la differenziata aumentata di oltre 6 punti percentuali; un finanziamento per realizzare un nuovo e moderno CCR; l’avvio delle procedure necessarie a poter avviare l’uso delle fototrappole e dei sistemi di vidosorveglianza in città che permetteranno di migliorare l’attività di repressione.
Abbiamo inoltre chiarito che non era vero che le quantità di indifferenziato di questa città fossero di molto superiori a quelle di comuni molto più grandi; e che la tariffa in discussione si basa sui numeri del 2020 e non era in alcun modo modificabile: anche se Favara avesse prodotto nel 2021 e nel 2022 ZERO rifiuti non sarebbe cambiato nulla.
I numeri potete vederli nella loro chiarezza e sono gli stessi che abbiamo letto in aula.
Un percorso avviato, certamente non un successo senza pari, ma un passo avanti nella direzione giusta.
Malgrado alcuni”.