La cronaca impietosa dei giorni scorsi ci restituisce sentimenti e frustrazioni per cui fiumi di inchiostro sono stati versati negli ultimi cinque anni e per cui una platea di inconsapevolii lavoratori hanno pagato il conto salato che cittadini e le istituzioni avrebbero dovuto riscuotere da una classe politica e burocratica che ha sommato all’esercizio del malaffare una considerevole incapacita’ di gestire la crisi del sistema formativo regionale in Sicilia.
Le attività formative riprese dopo tre anni sabatici per involontaria determinazione degli amministratori regionali della passata legislatura, volgono al termine e gli enti gestori solo in pochi casi hanno ottenuto il 50% del finanziamento che si traduce, per i pochi o poco piu’ che sono riusciti a trovare un impiego a tempo parziale, nella inesausta pratica di continuare a non essere pagati. Un film già visto. Il mostro che si è abbattuto solo sulla platea di famiglie lavoratori lasciando intatti i meccanismi preesistenti che continuano a presiedere la gestione della formazione professionale,sferra colpi di coda nella stanca disattenzione dell’opinione pubblica e dei soggetti che dovrebbero dargli rappresentanza.
Appunto sulla rappresentanza dei loro bisogni e sul riconoscimento delle ingiustizie che continua nei loro confronti che persevera l’agnosticismo, l’indifferenza e la colpevole distrazione di OO.SS. e forze politiche regionali e nazionali.
Ancora mentre scriviamo si consuma una autentica ingiustizia nei confronti di madri e padri di famiglia che travolti dalla crisi della formazione in Sicilia hanno pensato di ricostruirsi una nuova vita concorrendo a occupare posti di bidello/a o amministrativi che la scuola pubblica richiede e deve soddisfare nella categoria degli ATA.
Ma essendo stati abbandonati,ingannati e non rappresentati hanno dovuto scoprire a loro spese, una volta di piu,’ che l’ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione riconosce il servizio prestato ai Formatori degli enti accreditati per assolvere nella Formazione l’obbligo formativo dei giovani fino ai 18 anni. Ma ignora con ottusità burocratica il servizio prestato nello stesso posto, nello stesso anno scolastico/formativo dai lavoratori amministrativi di cui il sistema com’è ovvio non fare a meno. Una discriminazione che l’attuale Sindaco di Marineo nella sua veste di deputato a Montecitorio ha voluto tradurre in ordine del giorno e da cui ha ottenuto dall’allora Ministro (della passata legislatura) la risposta scritta che se ne sarebbe occupata con il nuovo regolamento nel 2021.
Sono settimane che le nostre madri e nostri padri di famiglia ripercorrono la strada, che li ha fatti sperare di avere un futuro sia pure lontano, con la lettera di licenziamento del dirigente scolastico che li aveva assunti.
Nostri. Si perché potrebbero essere migliaia in Sicilia ad aver subito quello che La Ministra ha trattato come un diverso trattamento su cui ritornare nel 2021 mentre l’ingiustizia produce qui e ora i suoi perversi effetti sulle carni di già dissanguate famiglie alla ricerca di un giudice a Berlino che sperano di trovare prima di collassare del tutto .
Nessuno si occupa di loro. Nessuno da loro una rappresentanza che contrasti l’oblio dove sono stati cacciati da una classe politica che non riesce neanche a vederne i benefici in termini di consenso che ne avrebbero se solo aprissero una tenzone politica per la rimozione di una autentica Discriminazione.
Sono sfiduciati ma sono ancora elettori numerosi. Se mai fosse rimasto qualcuno in “ questo grigio diluvio democratico odierno” capace di far politica, suggeriamo di guardare in quella riserva.