Che cosa è la storia, se non l’insieme di avvenimenti, di fatti, di eventi umani considerati nella loro evoluzione nel tempo, cioè la ricostruzione sistematica della vita dell’umanità, che suggellano il divenire della civiltà. Nei secoli lento è stato lo sviluppo economico, politico e sociale. La democrazia, così come l’emancipazione dei popoli, è stata e continua ad essere una dura e sofferta conquista. L’Italia all’indomani dell’unità ha un tasso di analfabetismo pari al 90% della popolazione , solo una minima parte di essa ha diritto al voto, mentre le donne ne sono escluse. Sono sufficienti questi pochi dati per avere il termometro di uno stato la cui società è arretrata e retrograda . La cultura è l’elemento fondamentale e indispensabile per un vivere civile, senza la quale è impossibile pensare di essere protagonisti e artefici del proprio destino. Se si analizza,poi, la situazione di un centro del profondo sud come Favara si nota come molto più lento è stato il suo sviluppo e il suo divenire di città e società civile. Alcune date storiche attestano quanto fiochi in essa sono stati i raggi di luce di civiltà e quanto tempo è stato necessario per esserne irradiata. Nel primo CENSIMENTO ufficiale fatto nel 1548 risulta che Favara conta 500 abitanti e 90 case. Nel 1821 a Favara, così come in altri centri, si costituisce una VENDITA CARBONARA con l’obiettivo di contribuire alla lotta per l’unità d’Italia. Una tappa fondamentale è l’istituzione della SCUOLA ELEMENTARE PUBBLICA solo per i maschi nel 1861, mentre una classe femminile entra in funzione nell’anno scolastico 1863-1864, ma relativamente alla prima e seconda classe. Il 7 settembre 1867 esce, per iniziativa del marchese Giuseppe Cafisi, un giornale settimanale “IL PROGRESSO EFFETTIVO” , che tratta di questioni relative all’amministrazione comunale e cultura popolare. Non mancano critiche alla politica del governo nazionale per la gravità della situazione economica e sociale del Mezzogiorno. Anno in cui a Favara , così come in altri paesi dell’agrigentino infierisce IL COLERA , che provoca la morte di tante vite umane. Bisogna arrivare al 1879 per la istituzione dell’ OSPEDALE CIVICO, grazie al barone Salatore Cafisi. E’ una grande conquista, che consente di avere la possibilità di curarsi “in loco”. Garibaldi Bosco, insieme ad altri, nel 1892 inaugura la SEZIONE del FASCIO dei LAVORATORI. Favara è un centro agricolo e minerario. La crisi dello zolfo provoca il malcontento degli zolfatai e delle loro famiglie. Ricorre il 24 giugno del 1890 quando avviene la RIVOLTA degli ZOLFATAI. Più di cinquemila persone si radunano in piazza . Sono uomini, donne, bambini che gridano contro i benestanti del paese ,un gruppo di donne assale il circolo dei civili ( oggi Casa di Giucompagnia) e tra il fuggi fuggi dei presenti appiccano il fuoco ai mobili. Si verificano feriti tra gli scioperanti e le forze dell’ordine. Solo con l’arrivo dei rinforzi delle forze dell’ordine da Girgenti , la moltitudine si allontana dalla piazza. Il 13 agosto 1901 appare a Favara la PRIMA AUTOMOBILE , il primo favarese ad acquistarne una è Stefano Cafisi di Giuseppe, uno spirito innovativo , che precede i tempi anche nell’uso del TELEFONO. Giovanni Miccichè nel 1913 è il primo favarese ad occupare un SEGGIO AL PARLAMENTO italiano dopo l’unità d’Italia. Impera la miseria e la povertà, manca l’energia elettrica. Le famiglie fanno uso di candele , di acetilene o di lumi a petrolio . Nelle giornate fredde e piovose dell’inverno si rischia l’assideramento. L’acqua viene attinta dalla “Giarritella” o da “Fonte Canali”, da dove le donne con le “quartare “ o con le “lanceddre” si assicurano il prezioso liquido. Solo il 27 febbraio del 1910 ha inizio L’EROGAZIONE dell’ACQUA del VOLTANO col sindaco commendatore Angelo Giglia, ma pochissime sono le famiglie che si possono permettere di avere la presa di acqua. Non meno grave è il problema della strade e delle vie di comunicazione. Pertanto è un grande avvenimento il 5 Maggio 1921 l’inaugurazione , alla presenza del ministro delle poste del tempo onorevole Pasqualino Vassallo, della FERROVIA AGRIGENTO FAVARA NARO , che è percossa da un trenino che nelle salita di contrada San Pietro va a passo di uomo. Un piccolo segnale, che il vento della civiltà incomincia a spirare anche a Favara, arriva alle ore 20,30 di domenica 22 luglio del 1922 con L’EROGAZIONE dell’ENERGIA ELETTRICA. La miseria e la povertà regnano , ma vengono sopportate con dignità e fierezza in attesa di tempi migliori. E’ già finita la Prima Guerra Mondiale, che tante vittime ha determinato tra i giovani favaresi andati al fronte a combattere a difesa della patria, mentre Mussolini con la marcia su Roma ha imposto la sua dittatura. Favara ha una identità agricola e mineraria, migliaia sono i contadini che lavorano la terra e altrettanti minatori e “carusi “ che scendono nelle viscere della terra mettendo a repentaglio la propria vita. Il 14 luglio 1943 Favara viene occupata dalle truppe alleate. Il fascismo crolla con la seconda guerra mondiale. (Continua).
- Lentini, Favara dalle origini ai nostri giorni, tip. E. Gallo, 1965.
- Antinoro, Giustizia e verità nella vita del barone Antonio Mendola: dai suoi diari intimi , Pro loco Castello, 2008.
Biagio Lentini