Verrà inaugurata domani, sabato 27 luglio alle ore 19.00 presso il Castello Chiaramonte di Favara, la personale di fotografia di Alessandro Crapanzano. Emblematico il titolo dato al vernissage: “Linfa Antica”. Un omaggio alla sua Sicilia che rivive in un lavoro che abbraccia le nobili arti della fotografia e della pittura.
A spiegarne perfettamente il particolare lavoro dell’artista Alessandro Crapanzano è Elvia Gregorace che firma la descrizione alla mostra.
“LINFA ANTICA mette in mostra la personale visione dell’artista Alessandro Crapanzano sulla Natura e il suo adattarsi al mondo.
‘Aκράγας, Girgenti, Agrigentum molteplici le sfumature di una città preda dello straniero, estremamente affascinante nelle sue innumerevoli sfumature e nelle sue continue contraddizioni. Impossibile non sapere che proprio tra i ruderi, i sassi, gli ulivi secolari sia nato un premio Nobel di cui il mondo conosce la notorietà e l’abilità di scrittura: Luigi Pirandello. Il suo spirito probabilmente vagheggia nella città natia. E’ facile individuare tra i volti un Vitangelo Moscarda, un Ciampa o uno Zì Dima. Proprio in una cittadina dove gli abitanti da persone diventano personaggi per la popolarità dello scrittore agrigentino, nasce Alessandro Crapanzano. Dall’accento siciliano, il volto un poco arabo, forse perché cresciuto a Favara, mosaico di chiese come la monumentale Chiesa Madre dallo stile lombardo o la Chiesa del Rosario nella deliziosa piazza Cavour, attorniata da caratteristiche botteghe e palazzi signorili. Figlio di due luoghi uno greco e l’altro “saraceno”, Alessandro possiede, a tratti, un temperamento spagnoleggiante. Di poche parole, incisivo nei giudizi esprime la sua arte attraverso lavori in gomma bicromata, tecnica che gli ha cambiato l’esistenza e il modo di comunicare. Dalla sua terra eredita la tenacia che sprigiona nel colore arancione, simbolo di chi vuole raggiungere un obiettivo attraverso mezzi leciti, della meticolosità, di chi vive con trasporto le proprie emozioni. Adora le innumerevoli sfumature del blu che si immischia al colore cenere per poi raggiungere l’azzurro del cielo. Il suo attaccamento alle radici proprio come gli alberi protagonisti dei suoi lavori, talvolta spogli, talvolta copiosi di vegetazione, sempre solidi nella loro apparente immobilità. Si ispira al Puntinismo e al Divisionismo probabilmente per la necessità della perfezione, la curiosità e il bisogno di sezionare ciò che si ha creato. Gli aggrada l’essenzialità e la modernità del pittore statunitense Edward Hopper che attraverso i suoi quadri ha reso eterne sensazioni vissute e attimi rubati. Fil rouge delle sue rappresentazioni? Una serenità di fondo che l’artista dice di voler raggiungere ma che in realtà trasmette e una solidità artistica e soprattutto morale”.
La mostra resterà visitabile al pubblico dal 27 luglio- 11 agosto, tutti i giorni tranne la domenica dalle 9.00 alle 19.30.