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Favara: L’assessore Attardo e il vuoto incolmabile

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

Si potrebbe assecondare la vulgata corrente nel chiacchiericcio generale, secondo cui le dimissioni dell’Assessore Attardo della Giunta Alba avrebbe lasciato un vuoto incolmabile.

Taluni sono disposti a magnificare i pur notevoli sforzi fatti dall’allora amministratore, nell’ottica di denigrazione della Giunta che avrebbe perso il suo pezzo migliore e ignorare che i suoi meriti non sono comunque tali da oscurare i limiti strutturali del servizio di raccolta rifiuti che non sono stati affrontati e non sono solo costituiti dall’evasione tributaria endemica e dalla difficoltà delle famiglie di buoni contribuenti. Ma non si puo’ !

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C’è del metodo nella pratica di eludere il merito e consiste in una idea mercantile del rapporto tra istituzioni locali e cittadini che discende dalla traduzione del tutto casereccia della democrazia diretta a fronte della aborrita democrazia rappresentativa.

Dal momento che non ha diritto di cittadinanza la rappresentanza di un bisogno e per esso la figura che puo’ meglio rappresentare il tentativo di soddisfarlo, il vuoto della mancata assegnazione della delega ad un nuovo soggetto deve rispondere alla legge della domanda che la democrazia diretta e di rete non ha fatto registrare al movimento 5Stelle che lascia che la Giunta segua la sua agenda di priorità di cui la città puo’ essere informata di volta in volta senza disturbare il conduttore.

Che la domanda in questa incredibile apatia generale non ci sia, sarà apparso chiaro al distratto e deserto consiglio comunale di pochi giorni fa dove si è registrato in assenza del Sindaco il botta e risposta tra l’assessore al bilancio e al dissesto finanziario e il rappresentante dell’associazione consumatori Konsumer nell’ambito di una dialettica che ha finito per occuparsi di Favara ovest, in ogni caso dopo la venuta di striscia la notizia.

La giunta prosegue il suo cammino amministrativo, ha ricevuto il mandato elettorale, il movimento ha confermato il primato il 4 marzo , il suo popolo ha parlato: se non c’è la domanda non c’è urgenza.

E’ il consuntivo che conta non il work in progress e se i fatti gli danno torto peggio per i fatti. La platea dei soggetti politici e sociali, la stampa sembrano non dare alcun valore ad una distorsione della vita politica comunitaria che un tempo era malcostume e adesso ideologia.