L’otto marzo si avvicina,mentre in tutta la penisola infuria la polemica sull’assunzione di medici ospedalieri, non obiettori di coscienza, nel Lazio, per sottrarre le donne alle prese con la lacerante decisione,di non ricorrere all’aborto clandestino,che pare non si sia mai estinto in Italia.
Per quanto la retorica celebrativa si sforzi di individuare nove mete di eguaglianza nel lavoro che manca, e in quello che cambia il tema della parità resta con un deficit bruciante.
Fu Lina Merlin, una delle cinque costituenti nella ristretta commissione dei 75 che scrisse la costituzione, a rendere completo uno dei piu’ bei articoli della Costituzione, l’art.3, il diritto all’ eguaglianza, con l’ espressione” senza distinzione di sesso”. Le 5 elette nella commissione dei 75 sulle 21 donne presenti nell’ assemblea costituente non obbedirono agli ordini di partito e resero possibile quello che oggi chiamiamo le pari opportunità.
Quelle donne che combatterono nella resistenza e nella guerra di liberazione per i loro figli e con loro per il futuro del paese resero possibile l’elezione a sindaco di ADA Natali del PCI e di Ninetta Bartoli DC nel 46 le prime due donne Sindaco dopo che il 10 marzo 1946 ottennero il diritto di voto, superando il decreto luogotenenziale del 45 che prevedeva che potessero votare, ma non essere elette. Una straordinaria capacità di uomini e di donne di intuire la portata rivoluzionaria di quella norma costituzionale di cui oggi il paese si avvale non solo come materna protezione ma soprattutto per l’energia di cui abbiamo bisogno per avanzare nello sviluppo di una società piu’’ equa a vantaggio delle nuove generazioni.
Oggi la nostra città ha un Sindaco donna che guida una giunta di giovani con un plebiscitario consenso ottenuto alle elezioni comunali dello scorso anno. A suo modo anch’esso uno storico avvenimento, anche se nel tempo non sono mancate qualificate presenze femminili in Consiglio Comunale,come oggi del resto.
Come tutti gli eventi “storici” ha alimentato grandi aspettative che si scontrano con le difficili condizioni delle finanze comunali.
Ma quello che veramente conta, per evitare lo svilimento di tali conquiste, è la direzione di marcia degli atti che segnano un percorso di rimozione delle cause della esclusione di tante donne dal mercato del lavoro. Attraverso servizi che offrano programmi di orientamento e formazione al lavoro di cui tante sono prive nella disperata ricerca di una vita piu’ dignitosa. Lo sanno tante donne i cui bambini sono assistiti da AVODIC che sta chiudendo e che non celebreranno l’otto marzo come una conquista.
La cronaca si fa storia anche con piccoli e significativi atti di resistenza come hanno dimostrato le donne dell’Avodic. Diamo una mano al loro 8 marzo.