Favara Politica

Favara il dopo elezioni: un ritorno al passato

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

 

 

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Il dopo elezioni in città non segnala significative variazioni nella qualità del dibattito pubblico lungo le direttrici della politica, della economia locale e non ultima quella sociale.

Il numero dei votanti non aumenta, intanto il dato numerico non riesce a stimolare alcuna riflessione seguendo il clichè retorico che si tratti di una tendenza nazionale. Come se l’Italia fosse uguale dappertutto e le ragioni o il torto, dell’ astensione fosse identico in ogni dove.

Gli elettori che si recano alle urne continuano a penalizzare le storiche formazioni politiche, quale che sia il nome assunto per l’occasione, non senza ragione, cercando nel M5S,non sempre a ragion veduta, le risposte che non sembrano arrivare.

L’Amministrazione Comunale pare abbia rinunciato a socializzare le pene di una complicata conduzione della pubblica attività e ci priva della conoscenza delle virtu’ derivanti dalla gestazione del redigendo bilancio economico della città.

Al netto di infaticabili sforzi di taluni componenti di giunta, su circoscritti aspetti della complessa azione di governo locale, è assolutamente ignoto ai piu’ il disegno strategico sul futuro del Comune che confermi il loro credito presso elettorato favarese quando gli consente il risultato elettorale che elegge un deputato regionale nel nostro collegio.

E il ragionamento chiama in causa chiunque faccia politica nel perimetro di questa cittadina che continua ad andare avanti senza la politica e talvolta,nonostante la politica.

Di quella politica che si produce in apparizioni da comitato elettorale che sbaracca dopo le elezioni per mobilitarsi alla vigilia della prossima competizione e come i giocatori che non hanno piu’ 90 minuti nelle gambe fanno prestazioni occasionali.

Credendo di conoscere i trucchi del mestiere e cosi prolungare la loro attività non si chiedono che cosa serve all’economia produttiva della città e  perché non viene espressa una domanda collettiva quando i singoli bisogni delle aziende restano insoddisfatte.

Non discutono di quanti favaresi sono alla ricerca di un lavoro, quali competenze possiedono, di quali servizi dispongono nella loro ricerca.

Trascurano la platea di giovani che non studia, non lavora e non puo’ cogliere le opportunità lontano dai circuiti clientelari ormai anch’essi screditati e malgrado tutto esistenti.

Il dibattito sulla raccolta dei rifiuti, la tari, girgentiacque non soddisfa chi si prepara a sfuggire a un destino segnato dalla diseguaglianza per cercare altrove fortuna e allora non vota o vota contro, dando forza alla sostituzione di personale politico, con altri che con l’alibi di un infausto passato non sono in grado di raccontarci il futuro.

L’alternanza alla guida del paese è cosi affidata alla provvidenza e non alla faticosa costruzione del consenso fatta dalla conoscenza dei temi da affondare. E mentre il dibattito politico langue le nostre chiacchierate con gli amici  e sul web sono colme di sterili apprezzamenti.