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Elezioni politiche: Appunti per l’elettore

 

 

Non ci sono ancora i nomi dei candidati nei collegi e nelle circoscrizioni del Rosatellum per le elezioni politiche.

Ci sono i temi di interesse nazionale, non sappiamo ancora come sarà il dibattito di questo importante appuntamento, né quale coinvolgimento gli elettori esprimeranno in questa partita che ha tutta l’aria di essere piu’ decisiva per il paese di quanto in realtà non appaia dalla lettura dei social e media che inseguono la cronaca senza occuparsi della storia.

Senza sensazionalismi e pretese profetiche, ciascuno puo’ constatare che le elezioni per il Parlamento Italiano si svolgeranno il un clima di instabilità internazionale dalla Siria alla Corea, con un evento epocale come quello dei profughi dall’Africa e dai paesi in guerra o per fame e dove la leadership internazionale è multipolare, al contrario del bipolarismo della guerra fredda di cui tutto sommato conoscevamo gli effetti.

Non ci sono piu’ i partiti con l’offerta politica in cui si tratteggiava la visione di società da realizzare e le istituzioni boccheggiano nella gestione degli impegni di governo a causa della domanda sociale insoddisfatta dai vincoli di bilancio che dallo Stato ai comuni accompagnano le faticose attività delle famiglie come quelle delle imprese.

Sembra che le alternative piattaforme programmatiche che i partiti e movimenti offrono all’elettorato debbano potersi realizzare con la sola forza del consenso nazionale anche a dispetto dei meccanismi con cui si producono risultati nell’arena internazionale. Come se gli effetti che producono i paesi del mondo non determinassero il successo ovvero l’arretramento della nostra vita sociale e economica sulla base del posizionamento delle nostre istituzioni nazionali sullo scenario europeo prima che internazionale.

I problemi del riscaldamento globale, il clima e persino i temi della pace e della guerra,come i   diritti umani (vedi Turchia) hanno una dimensione che devono impegnare strutture sovranazionali.

Se la Francia e la Germania firmano un trattato di maggiore integrazione in cui la Francia rinuncia alla sua tradizionale politica di difesa che da Che da De Gaulle a Hollande ha impedito all’Europa una vera politica di difesa è chiaro che il tema del rilancio del sogno di Altiero Spinelli, degli stati uniti d’Europa non puo’ piu aspettare le liti provinciali che soffocano il paese con il loro tanfo di chiusura.

L’Europa, per citare Kissinger, che abbia un numero di telefono con cui trattare le questioni vitali del pianeta e non solo una platea di consumatori e di mercanti. Sta prendendo forma sulla spinta di Macron e della Merkel ora che SPD tedesco ha dato il via libera alla grande coalizione per una maggiore integrazione europea dei paesi piu’ affini e sarà quella a due velocità da cui non possiamo essere esclusi pena l’irrilevanza.

Siamo chiamati a  scegliere tra piu’ Europa per avere piu’ libertà e piu’ responsabilità nelle nostre decisioni e ottenere i benefici della solidarietà per lo sviluppo delle opportunità e delle liberta di ciascun cittadino.

Oppure dimenarci nel piagnone e postulante provincialismo che non accetta la sfida dei tempi con una classe politica che dispensa favori al posto di diritti e rende meno liberi le vittime di un sistema di diseguaglianze.

Puo il sistema elettorale farci cimentare in tale sfida?

Chi puo dirlo oggi? Certo è che se è vero che la V Repubblica è stata costruita in Francia,secondo le intenzioni attribuite a De Gaulle, per impedire ai francesi di avere presidente un socialista, la storia smentendo tali pretese, gli ha portato 14 anni di presidenza Mitterand.  Da noi la transizione sarà guidata da Mattarella,taciturno, autorevole custode dello spirito costituzionale degli italiani, il resto dobbiamo farlo noi elettori.