La protesta dei precari del Comune di Agrigento a seguito della riduzione delle ore lavorative, al di là del problema sociale che si verrà a creare a danno di molte famiglie, rischia anche d’imbalsamare l’attività amministrativa dell’ente, con notevoli difficoltà nel garantire il corretto funzionamento degli uffici. Per far quadrare i conti si va a toccare l’anello più debole, lasciando inalterate le spese politiche e i lauti stipendi dei burocrati.
L’Amministrazione infatti continua a percepire indennità di carica al massimo senza dare il buon esempio. Si rincorre il protagonismo civico ma senza procedere alla decurtazione di parte delle indennità, oltre naturalmente ad incarichi ad personam per mantenere uno staff assolutamente sproporzionato.
C’è da rivedere poi le posizioni dirigenziali, immeritevoli a fronte di esosi costi a carico della cittadinanza anche con premi produttivi esagerati e non giustificabili vista la scarsa qualità dei servizi erogati.
La riduzione delle ore lavorative dei contrattasti è solo l’ennesimo segnale di come l’attuale amministrazione sia fallimentare. I lavoratori da un lato si vedono ridurre gli stipendi, dall’altro sono costretti a far fronte a salassi come Tassa sui rifiuti, acqua e altre bollette al massimo.
“Invitiamo pertanto l’amministrazione a voler dare un segnale immediato di vicinanza alla cittadinanza ed a quelle 190 famiglie che rischiano a loro volta il dissesto familiare. Intollerabile sarebbe invece un aumento del numero di assessori, scelta questa dettata solamente da opportunità politiche e non nell’interesse della collettività.”