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Cittadinanza onoraria romana al magistrato Nino Di Matteo

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

 

Due avvenimenti importanti sono avvenuti a Roma nello spazio di pochi giorni, il primo è stato la sentenza per mafia capitale dove tutti i partiti, a vario modo, hanno festeggiato che è stata esclusa l’associazione mafiosa ma dimenticando che sono state inflitte condanne esemplari arrivati anche a 20 anni di carcere a imprenditori e politici.

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Che cosa abbiano avuto da festeggiare resterà un mistero per il cittadino medio, ma spiega perché non si sentano più rappresentati da questi partiti, considerata la diversa lettura e la diversa opinione che si formano davanti a fatti di tale gravità.

Come si può gridare alla sconfitta di chi ha rappresentato la pubblica accusa davanti ad un Capogruppo in Consiglio Comunale condannato a quattro anni e mezzo di carcere e un imprenditore anche a 20 anni?

Ma misteriosamente tutti a festeggiare che a Roma non esiste la mafia.

L’altro avvenimento, come credo in molti sapranno, è che l’altro ieri la Sindaca Virginia Raggi ha insignito il pm antimafia Nino Di Matteo della cittadinanza onoraria di Roma.

Questo è stato certamente un bel gesto nei confronti del pm Di Matteo per rompere l’assurdo isolamento che lo circonda e per fare sentire a casa sua, traferito appunto nella capitale, alla procura Nazionale antimafia, il magistrato più inviso dalla mafia e forse anche da vasti strati del panorama dei partiti per il fatto che indaga sulla trattativa stato-mafia (adesso sbuca anche in Calabria nella versione stato-ndrangheta).

Questa iniziativa politica, considerati i festeggiamenti di pochi giorni prima, doveva trovare in sintonia tutti i partiti a festeggiare, stavolta si, un prestigioso magistrato, strenuo combattete della mafia.

Invece, è qui è il distacco tra il pensiero del normale cittadino e la grande strategia politica e di pensiero dei partiti, avviene quello che il cittadino, che è dotato di normale intelligenza contrariamente a quella elevata dei politici, non riesce a seguire e a comprendere.

Il fatto che tutti i gruppi consiliare avessero votato a favore del riconoscimento aveva fatto sperare che, per un momento avrebbero lasciato da parte gelosie e ripicche reciproche per unirsi intorno ad un servitore dello stato che rischia tutti i giorni la propria vita.

Ma è stata una illusione che si è infranta davanti alle tattiche, non spiegabili per i miseri mortali.

Come sono stati unanimi al riconoscimento tanto sono stati unanimi a disertare l’aula, a parte i 29 su 48 dei consiglieri M5s, forse per non farsi fotografare con Di Matteo e non doverlo applaudire?

Ma se la mafia a Roma non esiste perché allora mancare a un simile appuntamento che poteva sancire da quale parte stanno i partiti. Ma appunto da quale parte stanno e la mafia a Roma esiste o non esiste.

Io vorrei fare la domanda a tutti i partiti presenti in Consiglio Comunale nella città capitolina, ma per le mie idee di sinistra la faccio solo al PD che dicono rappresenti la sinistra ed oggi è al governo dell’Italia, volete spiegare a me, e penso a tanti cittadini, perché degli 8 e forse 9 consiglieri, se vi si include il Consigliere della lista Giachetti (candidato sindaco) che fanno riferimento al PD, nessuno era presente?