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Centinaia di tartarughe trovate morte nel Pacifico. Le autorità ambientali messicane hanno recuperato 300 tartarughe marine minacciate di estinzione

Centinaia di tartarughe trovate morte nel Pacifico. Le autorità ambientali messicane hanno recuperato 300 tartarughe marine minacciate di estinzione che galleggiavano morte nelle acque del Pacifico messicano. Le carcasse “Erano in avanzato stato di decomposizione”. Lo Sportello dei Diritti “Strage causata ancora una volta dall’uomo”

Questa non è la prima volta che si verifica un incidente. Il 17 agosto, il governo messicano ha riferito che 122 tartarughe sono state trovate morte nelle spiagge dello stato del Chiapas.

Circa il 10% dei cadaveri mostrava segni di colpi alla testa e al carapace. Dopo questo incidente una nuova strage è stata segnalata questa settimana: 300 tartarughe olive ridley sono rimaste intrappolate nelle reti da pesca. Nessuna si è salvata, è questa la triste fine al largo della costa meridionale del Messico. I pescatori dello stato meridionale di Oaxaca hanno scoperto le tartarughe nella comunità balneare di Barra de Colotepec. Ancora morte per colpa della pesca e dell’inquinamento. Le 300 tartarughe marine uccise appartenevano anche a una specie in via di estinzione. Le immagini che in queste ore stanno facendo il giro della rete, hanno mostrato decine di corpi martoriati, molti dei quali iniziavano a decomporsi. Questa specie protetta, la tartaruga bastarda olivacea che si trova anche nella Lista Rossa dell’Iucn, classificata come vulnerabile, misura circa 75 cm e pesa circa 45 kg. Vive soprattutto nelle zone tropicali, sia nell’Atlantico che negli oceani Indiano e Pacifico e preferisce le acque costiere. Da maggio a settembre, nel caso del Messico, si sposta lungo le coste dell’Oceano Pacifico per deporre le uova.

Eppure, durante questo cammino, ha trovato la morte. Il procuratore federale per la protezione ambientale ha dichiarato alla stampa che la causa è ancora da accertare. Il Messico, che ospita 6 delle 7 specie di tartarughe marine del mondo, ha un programma permanente per proteggere queste creature, comprese sanzioni penali per coloro che le uccidono. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che si batte anche per il trattamento etico degli animali, una strage gravissima, l’ennesima, causata ancora una volta dall’uomo.