C’è qualcosa di nu0vo oggi a Favara, anzi d’antico….il ritorno nel campo della sfida elettorale d’autunno di due storici partiti in ordine di apparizione: la democrazia Cristiana e il partito socialista italiano. La ricostruzione della DC a Favara, come altrove, avviene quando il suo elettorato storico si è polverizzato in altre formazioni a volte effimere, in altre di piu’ lunga esperienza di governo, in ogni caso caratterizzate dalla “ personalizzazione della politica” attorno al leader. L’opposto della tradizione collettiva che comunque avveniva nella gestione del partito e nella sua cultura di governo.
Il PSI conserva a Favara, sia pure non piu’ giovanissima, una riserva di sperimentata classe dirigente che messa in campo potrebbe, se solo volesse far prevalere uno spirito unitario , sperimentare un laboratorio per il recupero di una cultura di governo liberlsocialista che nel paese (ITALIA) comincia ad animare il dibattito limitato,purtroppo, ancora in ambienti intellettuali e di impegno che non sempre trovano spazio nella grande stampa.
Il proposito del leader DC di riaffermare e diffondere lo spirito sturziano al pari delle possibilità di future fortune dei socialisti sarebbero un ritorno alla politica qualora evitassero il rischio di rappresentare contenitori per candidati in cerca d’autore.
Il Sistema elettorale per l’elezione del Sindaco che avverrà in autunno non li aiuterà a produrre una campagna identitaria, quanto li spingerà a coabitare in un cartello nella speranza di vincere.
Quindi da qui muoverà un inizio complicato che necessita della ricerca da parte dei due “nuovi esordienti”, di trovare tra loro I punti di condivisione piu’ che quelli che li dividono per affermare dentro la stessa coalizione la rappresentanza dei bisogni e aspirazioni dei due elettorati complementari e non alternativi.
Un adeguato risultato dei due soggetti politici che affondano le radici culturali nel Risorgimento italiano e nella storia politica e sociale di Favara dal secondo dopoguerra sarebbe un bene per la città cui và assicurata una continuità amministrativa per gli obiettivi di rinascità del PRR che I due partiti strutturati da soli o con poche eccezioni potrebbero garantire.
Il cambiamento auspicato e gli interventi strutturali necessari alla svolta, che la parte migliore della città si aspetta, richiede la continuità necessaria al processo di trasformazione di una comunità che deve guardare al futuro. E difficile dire se le nostre sono solo astrazioni teoriche oppure riflettano I veri sentimenti dei protagonisti che si accingono a ricostruire I due partiti di governo che hanno caratterizzato il Novecento italiano. Possiamo dire che non convince la proposta di formazioni politiche estemporanee e senza un collante strategico per soddisfare il bisogno di futuro della città. Niente è dato per scontato e tutto è affidato alle donne e agli uomini che si cimenteranno nell’arena politica locale che non vive in una repubblica indipendente ma dentro un Sistema nazionale in cui deve fare la sua parte e conquistare le mete collettive a beneficio di tutti. Lo sforzo avrà bisogno di partiti e movimenti radicati con rappresentanza autentica della società e in una società cambiata, frammentata e piu isolata di quella di fine secolo sarà una impresa titanica. Dobbiamo augurarci che lo vogliamo davvero e che ci riescano a realizzare un’area politica di sostegno e indirizzo alla candidatura della massima carica comunale capace di condizionare lo svolgimento di un lavoro amministrativo nel segno della migliore stagione della loro collaborazione fatta di riforme e avanzamento nei diritti sociali e nel quadro politico allora bloccato dal fattore K nel mondo diviso tra sfere di influenza tra USA e URSS.