Domenica mattina i Carabinieri della Stazione di Sant’Angelo Muxaro hanno arrestato un uomo sorpreso in contrada Giardinello – tra Sant’Angelo Muxaro e Raffadali – mentre appiccava il fuoco ad un vasto appezzamento di terreno.
I militari, che in aderenza alle disposizioni impartite dal Comando Provinciale di Agrigento e dalla Compagnia di Canicattì, si spingono nella perlustrazione delle zone rurali più recondite del territorio, durante il servizio di pattuglia, mentre percorrevano un tratto isolato di territorio pre-montano, scorgevano da lontano un individuo fermo sul ciglio della strada ad ammirare il fuoco che aveva appena fatto divampare. Immediatamente i Carabinieri si precipitavano e, mentre il malvivente risaliva sull’auto con laquale era giunto e si dava alla fuga, uno dei militari tentava di domare l’incendio con l ‘estintore in dotazione, mentre l’altro inseguiva con l’auto di servizio il piromane. Un inseguimento concluso dopo circa 10 km quando, nei pressi di Raffadali, il piromane veniva fermato coraggiosamente dal Comandante della Stazionedi Sant’Angelo Muxaro che, da solo, lo immobilizzava, ne vinceva la resistenza e riusciva a perquisire il borsello tenuto ostinatamente stretto a se dal malvivente: all’interno il Maresciallo trovava 1 pistola calibro 7.65 con matricola abrasa dotata di ben 2 caricatori con complessivi 14 proiettili, 2 coltelli a serramanico di genere vietato e, naturalmente, 1 accendino.
Con l’ ausilio dei rinforzi inviati dalla Centrale Operativa della Compagnia di Canicattì i Carabinieri, che nel frattempo avevano estinto l’incendio, perquisivano l’abitazione del fermato, dove, nascosto nell’armadio dellacamera da letto, rinvenivano e sequestravano 1 fucile da caccia calibro 16 marca Baikal illegalmente detenuto (che l ‘indagato asserisce di avere trovato casualmente in campagna) e procedevano al ritiroprecauzionale di altri 4 fucili da caccia che il piromane era autorizzato a tenere.
L’uomo, risultato essere un pastore 32enne incensurato di Santa Elisabetta, condotto in Caserma e dichiarato in arresto per l’incendio doloso e per la detenzione illegale delle armi, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento veniva posto agli arresti domiciliari nell’attesa di essere interrogato dal GIP. Le indagini proseguono per accertare il movente dell’incendio appiccato dal piromane sabettese.