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Agrigento. La contro replica del consigliere Nuccia Palermo (Lega) al Presidente del Consiglio Catalano

 

In queste ore, la politica all’interno dell’aula Sollano, si fa a suon di comunicati stampa. Stavolta, veloce la contro replicare alla nota stampa del Presidente del Consiglio comunale Daniela Catalano, il consigliere e capogruppo della Lega –Salvini Premier Nuccia Palermo.

“Tre giorni di meditazione, dopo il grave episodio, ed arriva finalmente la risposta scomposta della Catalano autrice dell’allontanamento. Catalano – scrive nella nota la Palermo – il suo vero problema è che lei forse ancora non si è resa conto di non essere il settimo Assessore del Sindaco Firetto ma il Presidente del Consiglio Comunale per la cui carica evidentemente serviva molta più esperienza rispetto alla sua. Visti, ovviamente, i pessimi risultati. Sarò sintetica, sottolineando che il mio è un attacco politico e non personale, cercherò di descrivere il suo percorso politico e amministrativo fallimentare nella carica che ricopre. Il ruolo del Presidente in teoria dovrebbe ispirarsi a criteri di imparzialità e di valorizzazione delle prerogative dei consiglieri comunali diventandone punto di riferimento e di tutela. Lei, invece, lo ha stravolto portandolo allo scollamento totale tra la sua figura istituzionale ed il consiglio tutto. E a testimoniare ciò, i vari scontri con molti consiglieri di più schieramenti che l’hanno vista protagonista. In sintesi, è un anno che i capigruppo le disconoscono il ruolo e non partecipano alle conferenza capigruppo da lei convocate; Sono tre anni che viola sistematicamente il nostro Regolamento Comunale che tanto cita, quando vuole buttare fuori un consigliere comunale, non rispettandone l’art. 30 che Le impone di relazionale trimestralmente al Consiglio sulle Interrogazioni scritte fatte all’amministrazione (relazione mai fatta); Non ha mai segnalato all’Assessorato Regionale EE.LL le eventuali inadempienze, sulle interrogazioni, della Giunta Firetto;  Non ha mai stigmatizzato le innumerevoli assenze in consiglio sia degli assessori che del Sindaco; Ha poco vigilato, cerco di essere magnanima, sul buon funzionamento delle commissioni consiliari che forse dimentica essere suo compito. Talmente dimentica ciò, che durante la seduta di Consiglio Comunale del 10 settembre cerca di stoppare la segnalazione, fatta al microfono dalla collega Carlisi, di un eventuale abuso commesso dalla VI commissione permanente; Anche il disordine in aula è una dimostrazione di non riconoscimento della sua figura da parte dell’intera aula, ed infine, il caos durante la seduta dell’11 settembre dove lei dapprima cerca di stoppare il collega Gibilaro, in merito alle somme compensative Anas, ed infine dinnanzi alle dichiarazioni dello stesso di rivolgersi ad enti ed uffici preposti al controllo il suo ennesimo rinvio dei lavori in fase, tra l’altro di dichiarazione di voto; Ed infine, visto che sono affezionata alla tematica, si ostina a vietare la ripresa della propria immagine pubblica ad un consigliere comunale utilizzandola come scusa per buttarlo fuori dall’aula modificando di fatto i numeri della stessa seduta. Catalano Le dò un consiglio, invece di spegnere le telecamere, di buttare fuori i consiglieri per non vedere la triste realtà, di utilizzare scioccamente il termine Nord e Grande Sud a me poco appartenenti per aizzare non so chi- conclude la Palermo – dimostri che un Presidente è Presidente se riconosciuto dall’intera aula, accetti, saluti i 3666 euro e si dimetta”.