Dinanzi alla notizia del crollo del cavalcavia sulla A14, che richiama alla mente un altro tragico crollo recente, quello del ponte nei pressi di Lecco, altri ancora, quello avvenuto in contrada Petrulla, in territorio di Licata in provincia di Agrigento, sulla statale 626 che collega Campobello di Licata, Ravanusa, Canicattì. Ce li ricordiamo gli episodi di strade appena collaudate che franano rovinosamente poco dopo essere state inaugurate? E’ successo non molto tempo fa sulla Statale Palermo-Agrigento, avvenuto nel Natale del 2014, poco dopo la sua inaugurazione. E’ probabile che molti italiani si siano domandati che Paese stia ormai diventando il nostro, dove eventi simili si susseguono, a catena, senza che si creino un’attenzione e una cura maggiori, quanto meno a motivo delle vittime che ogni volta provocano. Se ponti e strade non danno sicurezza, come si pensa di fare rinascere quel grado di fiducia soddisfacente da parte dei cittadini che è poi quanto tiene assieme un paese?
Sono queste le domande della cittadinanza a cui nessuno sa più fornire le risposte.
E allora, perché ignorare i messaggi lanciati da Mareamico sui social network in merito ai piloni del ponte Morandi.
– “I PILONI DEL PONTE MORANDI AD AGRIGENTO FANNO VERAMENTE PAURA!
2 anni fa l’ANAS chiuse la strada per controlli, poi fu riaperta con forti restizioni al traffico. Il problema è che il calcestruzzo (anche quello di buona qualità) non è eterno, anche perchè spesso viene utilizzata la sabbia di mare – invece di quella proveniente dai fiumi, poi perchè la sezione dei tondini di ferro spesso è inferiore a quella prescritta ed infine – il motivo principale – è che non viene fatta la manutenzione ordinaria e straordinaria!”.
Nell’Italia di oggi manca una politica delle infrastrutture. Nel senso che, se alcune opere vengono realizzate, la loro qualità si rivela poi quanto meno discutibile, mentre l’incuria nella manutenzione peggiora la condizione di strade, ponti, trasporto locale e così via.