Chiunque abbia un minimo di consuetudine con i fatti intervenuti storicamente in natura, nella scienza, in economia etc… sa che i grandi cambiamenti, nuove soluzioni scientifiche e comunque i passi del progresso si sono verificati a seguito di crisi.
A Favara la crisi è entrata in crisi, non ha prodotto nulla di apprezzabile a seguito della grave crisi finanziaria resa plateale, con il dichiarato dissesto da parte dell’amministrazione comunale, se non le scaramucce e l’inevitabile avvitamento su se stessa per via delle “non soluzioni” che gli organi di controllo hanno del resto rigettato.
L’opinione pubblica non ha contezza delle cause che l’hanno prodotta,né se le stesse hanno in cantiere strumenti e strategie per la loro rimozione strutturale,fosse solo parzialmente.
Alla vigilia di un importante appuntamento per la vita Nazionale, lo stesso movimento che aspira a cambiare il paese guida la città e sembra andare, qui, contro corrente rispetto allo sforzo di trasparenza in corso a seguito di rimborsopoli, come è stata chiamata dai giornali la penosa vicenda che pochi ingordi hanno prodotto venendo meno a un impegno, che costituisce la cifra politica della loro “diversità” volendo segnare uno stile “francescano” che molti italiani sembrano apprezzare.
A casa nostra sembra che la maggioranza del M5S segua la massima del “meno parli,meno sbagli” con l’opinione pubblica e da questa regola sembrano non distrarsi nemmeno a fronte di un comunicato al vetriolo,quanto generico, pubblicato dai consiglieri della loro stessa maggioranza consiliare.
Lo stato di crisi, che è bene ribadirlo, non è arrivato inatteso come un fulmine a ciel sereno, bensi’ dichiarato su base programmatica fin dalla campagna elettorale municipale, avrebbe dovuto comportare una ricognizione degli strumenti e delle risorse organizzative utilizzabili per produrre un adeguamento alla strategia di cambiamento necessaria al nuovo percorso di cui Sindaco e Giunta avrebbero da subito avvertirTo i cittadini cui è stato promesso un coinvolgimento costante.
Non solo i comuni cittadini sono rimasti orfani di una inedita collettiva conduzione della cosa pubblica,ma per restare al documento dei dissociati a 5 stelle persino loro hanno lanciato grida nel deserto inascoltati.
Cosi se il 4 marzo i favaresi dovessero scegliere il nuovo modo di governare ricavandola dalla esperienza di questi quasi due anni di Amministrazione Five stars, non né sarebbero incoraggiati con un danno all’intero movimento perché DiMaio sostiene che gli impegni presi con i cittadini LORO li onorano.
Ma forse a guardar bene anche il m5s riesce a capire che la formula della società civile che và in politica non funziona sempre e con chiunque e il personale politico di altre estrazioni non è tutto impresentabile e che bisogna distinguere la politica perbene anche non condivisa, da quella da non votare perché è ingorda.
Proprio come stanno facendo con i loro fanatici adepti che predicavano bene e razzolavano male.
Occorrerà riconoscere che il sistema di selezione dei gruppi dirigenti è un aspetto che riguarda tutti i soggetti della vita comunitaria sia nelle istituzioni che nelle organizzazioni, siano esse politiche o sociali e che non sempre dalla società civile esce il meglio, come non sempre è da buttar via tutta la politica.
Per ora la città è in mezzo al guado e ci accontenteremmo di sapere dall’ amministrazione in che modo ne usciremo, se ne usciremo!