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Visite fiscali, novità in arrivo

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Novità in arrivo sulle visite fiscali per i dipendenti pubblici e privati con regole uniformi per tutti.

Il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha dichiarato la necessità di equiparare le regole sulle fasce di reperibilità in malattia con “almeno sette ore” giornaliere obbligatorie a casa per tutti e quindi con l’estensione, delle fasce di reperibilità per il privato adesso pari a quattro ore complessive.

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I controlli sulla malattia, secondo quanto previsto dalla riforma Madia della Pubblica Amministrazione, saranno tutti in capo all’Inps, anche quelli sui dipendenti pubblici, finora effettuati dalle Asl.

Al momento le fasce per le visite fiscali sono due, ma nel privato vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 mentre nel pubblico sono fissate dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. “Non ha senso, secondo Boeri che ci siano differenze tra pubblico e privato” da qui quindi l’esigenza di uniformarli ma al rialzo.

Secondo i dati Inps riferiti al 2015 i giorni di malattia (+2,07% sul 2014) hanno avuto percentuali molto diverse tra pubblico e privato. Nel pubblico i giorni di malattia sono stati quasi 11 in media per dipendente, con una crescita del 3,3%. Nel settore privato i giorni persi per malattia sono stati poco più di sei in media per dipendente con una crescita dell’1,56%.

Ma nonostante la Pubblica amministrazione abbia avuto sempre una più ampia fascia oraria per le visite fiscali, le statistiche dicono che proprio in questa si registrano le maggiori assenze per malattia, segno evidente che non è da ricercare nelle fasce orario il sistema per controllare le assenze per malattia ma forse nei controlli e probabilmente molto altro.

Il Presidente dell’INPS dovrebbe porsi il quesito: perché nella Pubblica Amministrazione, nonostante la maggiore fascia oraria si ha la maggiore percentuale di assenze?

Le proposte del presidente dell’Inps non piacciono però ai sindacati che le hanno criticate con accenti diversi, La Cgil le giudica “inaccettabili”, sottolineando che la materia compete al legislatore, o semmai alle parti sociali, non certo all’INPS.

L’INPS sostiene altresì che secondo i dati in suo possesso ci sono “differenze molto forti” anche nell’uso dei permessi per l’assistenza ai familiari disabili previsti dalla legge 104 nel pubblico e nel privato con 6 giorni per dipendente in media nella pubblica amministrazione e un giorno e mezzo nel privato. Ci sono differenze molto forti anche tra i comparti della pubblica amministrazione e questo, sostiene l’Ente di previdenza “fa pensare a potenziali forme di abuso”.

E maggiori risparmi dovrebbero arrivare, anche dalla revisione delle attuali regole sull’indennità di accompagnamento. Invece di dare a coloro che sono inabili al 100% l’indennità di accompagnamento indipendentemente dal reddito che ha la persona disabile, come accade ora, è opportuno invece legarla a questo.