Ritorniamo sull’argomento a seguito di una nota, firmata da 21 dirigenti della formazione giovanile del partito democratico siciliano, contro i consiglieri regionali del proprio partito che hanno garantito la vittoria del luogotenente di Forza Italia. “Il gesto di votare il responsabile di Forza Italia, nonché uomo di punta del centrodestra, è un atto vergognoso e privo di rispetto verso i nostri elettori” e del popolo di sinistra siciliano aggiungo io.
Gianfranco Micciché è stato eletto presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana alla terza votazione. La maggioranza di centrodestra, infatti, poteva contare su 35 voti, ma in due hanno votato per Fava e Tancredi, mentre Micciché è stato scelto da 39 consiglieri regionali. Tra questi, appunto, quattro esponenti del Pd, il quale, dopo questa bufera non riesce ad eleggere il proprio capogruppo.
“Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Siamo stati spettatori, vivendola con forte imbarazzo, dell’evoluzione post-voto in Sicilia. Pensavamo che la tornata elettorale avesse fornito l’occasione di una profonda riflessione sui limiti evidenziati nei cinque anni al Governo Crocetta. A un mese e mezzo di distanza non ci sono stati momenti seri di riflessione né valutazioni politiche che facessero autocritica sull’esito del voto”, affermano i ventuno dirigenti dei giovani democratici.
“Una parte della classe dirigente del nostro partito non ha il minimo rispetto per se stessa…., il gesto di votare il commissario di Forza Italia è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del Pd. Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza. A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro”.
Queste le parole sdegnate dei giovani democratici, ma i dirigenti politici del PD navigati e di lunga esperienza cosa ne pensano di quanto avvenuto nella sala D’Ercole della Regione Siciliana?
La decisione dei quattro esponenti dem di votare Micciché ha scatenato nei giorni scorsi roventi polemiche ai piani alti del partito in Sicilia. “I conti si fanno in fretta, il Pd ha 11 deputati e il nostro candidato ha raccolto 7 voti: ci sono stati quattro utili idioti. Mi spiace e sono amareggiato per quello che è successo qualcuno ha voluto fare il soccorritore di un vincitore preventivo”, queste le parole di un uomo di punta del PD siciliano Antonello Cracolici.
Ma, secondo l’edizione palermitana di Repubblica, la scelta di votare l’uomo di Silvio Berlusconi sarebbe avvenuta e concordata con i vertici nazionali del PD. Sempre secondo “Repubblica” il bello è che sembra che addirittura ci sarebbe stata una telefonata tra lo stesso Micciché e il ministro Luca Lotti, riferimento nazionale di Totò Cardinale, leader di Sicilia Futura.
Anche il consigliere del PD Nello Dipasquale si lamenta esprimendo disagio per l’esito della votazione: “Né Miccichè mi ha chiamato per offrirmi la Vice Presidenza, né il segretario del mio partito, Fausto Raciti o altri compagni, mi hanno telefonato per esprimermi il rammarico per il torto che ho subito da un pezzo del Pd che non mi ha votato, avendoci messo io la faccia”.
Nello Dipasquale, il più votato della minoranza alla terza votazione, per l’elezione del presidente dell’Ars, ha ottenuto sette preferenze, quattro in meno rispetto al numero dei componenti del gruppo parlamentare PD.
Un tradimento dell’accordo, sancito nel corso di una riunione, che ha fatto implodere il Partito Democratico alla prima prova d’aula.