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Scuola, imprese informatiche: Confapi Sicilia al fianco delle aziende del settore

pegasoPANIFICIO CANNATELLO
Confapi Sicilia e la filiera Unimatica siciliana sono al fianco delle Imprese Informatiche che operano da decenni nel mondo della scuola, realizzando software innovativi ed efficaci. Su tutto il territorio nazionale, il registro elettronico e i software delle segreterie scolastiche sono state realizzate da imprese private. Nei giorni scorsi la Flc-CGIL in due diversi articoli relativi alla nuova “Piattaforma Unica”, ha dichiarato che la collaborazione con le Imprese Informatiche private rappresenta un’anomalia che è necessaria superare, la stessa organizzazione sindacale sostiene che bisogna avviare prima possibile il percorso di centralizzazione al ministero proprietario. Dopo un paio di giorni, la CGIL tornando sull’argomento si rammarica che le scuole sono costrette a ricorrere ai privati per comprare i software. Per Confapi Sicilia la migliore qualità dei prodotti in termini di ergonomia, funzionalità, operatività si può garantire solo in un regime di concorrenza anche per la scuola, la confederazione rivendica la difesa del libero mercato, delle Imprese e dei lavoratori specializzati nel settore. L’ art. 21 della Legge n 59/1997 (riforma Bassanini) ha attribuito alle istituzioni scolastiche l’autonomia funzionale e la personalità giuridica per cui le scuole hanno libertà di scelta, senza imposizione, al fine di scegliere i prodotti migliori. “La CGIL si adoperi, per realizzare pienamente anche nel mondo della scuola, come già avviene in tutti gli altri settori, la piena ‘interoperabilità’ dei sistemi, garantendo così l’efficacia, l’efficienza, l’economicità e lo sviluppo del lavoro, dell’occupazione, delle imprese, dichiarano in modo congiunto il Presidente Confapi Sicilia Dhebora Mirabelli e il Presidente Confapi Sicilia Unimatica Giovanni Iacono, Confapi rassicura le Imprese del settore e i lavoratori che si adopererà in tutte le sedi opportune affinché questi propositi della CGIL non vengano attuati”, concludono Mirabelli e Iacono.