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Anpi e l’istituto Studi e Ricerca Marrone: “IL NOSTRO NO ALLA BIBLIOTECA “UTRIANA””

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’Istituto Studi e Ricerca Calogero Marrone e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia dove ribadiscono la necessità di un incontro, in tempi strettissimi, per esprimere il totale dissenso delle Istituzioni e delle Associazioni alla nascita di una biblioteca con il marchio ‘utriana’. 
Di seguito alleghiamo integralmente il comunicato stampa. 
“Leggiamo, con sommo piacere, le parole di S. E. Filippo Romano, prefetto di Agrigento, sul caso della eventuale futura biblioteca utriana nella valle dei templi, precisamente nella cara Morello, e sulla provocazione alla Città, alla Provincia di Agrigento, al mondo della cultura e ai suoi morti per avere lottato la mafia (un esempio per tutti il Giudice Livatino) di DeH’Utri che propone di intitolare la nascente biblioteca del Parco Archeologico a se stesso.
Il massimo rappresentante del Governo italiano, nella nostra provincia, afferma categoricamente che, prima di dieci anni dalla morte, non è possibile denominare una via, un sito, una biblioteca a nessuno, figuriamoci se si tratta di una persona ancora in vita!
Nel caso specifico, DeH’Utri è vivo e vegeto e, per sua fortuna, gode di ottima salute e crediamo non abbia voglia di passare a miglior vita.
C’è ancora da dire che è moralmente e civicamente da biasimare chi si autodedica, una biblioteca, come fa DeH’Utri: la “casa della cultura”, per antonomasia, com’è una biblioteca, non può certo portare il nome di un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa: non ha i requisiti morali e civici.
La legge 1188 del 1927 asserisce che è possibile derogare – ricorda il signor Prefetto – dalla norma madre, solo se ricorrono fatti eccezionali (ad es. una benemerenza particolare della Nazione).
Crediamo che un pregiudicato non rientra tra questi requisiti particolari ! ! !
L’autorevole intervento di S. E. il Prefetto, dopo quello del Procuratore della Repubblica Velia che è stato abbastanza duro e netto sul fatto che non è possibile intitolare una biblioteca ad un uomo con la fedina penale come quella di DeH’Utri e le analoghe prese di posizioni di associazioni come l’istituto Marrone, l’ANPI, la CGIL, l’ARCI, il Cartello Sociale e tante altre ancora dovrebbero rappresentare un monito morale per chi, ad Agrigento, Palermo e Roma pensano di umiliare una Città come Agrigento ed i suoi caduti per mano mafiosa, capitale italiana della cultura 2025.
La scorsa settimana l’istituto Marrone e l’ANPI hanno chiesto di incontrare il Sindaco, il Direttore e il Presidente del Parco Archeologico per capire il loro coinvolgimento o meno in questa squallida vicenda, ma finora non è arrivata nessuna convocazione.
Ciò nonostante l’istituto Marrone e l’ANPI ribadiscono la necessità di un incontro, In tempi strettissimi, se si vuole anche allargato, per esprimere il totale dissenso delle Istituzioni e delle Associazioni alla nascita di una biblioteca con il marchio “utriana”.
A nostro avviso, tuttavia, la partita è ancora tutta aperta e magari si sposterà o si è già spostata o è nata sui tavoli dì Palermo e del Governo della Regione (è un caso che la ristrutturazione della casa Morello è stata finanziata dalla regione Siciliana proprio per diventare una biblioteca?), cui, di fatto, spetta la localizzazione e la denominazione della biblioteca.
Chiediamo alle forze politiche, di governo e di opposizione, alla Chiesa, alle Associazioni democratiche, ai Sindacati, al Polo Universitario, alle Scuole e a tutti i cittadini i quali vogliono bene alla nostra provincia e alla Sicilia e, soprattutto, alla legalità di far sentire la propria voce,
Noi, comunque, vigileremo a che Agrigento da Capitale della Cultura italiana 2025, non venga ridenominata Capitale della cultura mafiosa”.

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