Favara Politica Primo piano

A Favara tutto sembra uguale a se stesso

pegasoPANIFICIO CANNATELLO

Che strana la Favara contemporanea mentre da un lato produce un florilegio culturale con iniziative di circoli, associazioni talora anche promosse e/o patrocinate dall’amministrazione comunale in carica, dall’altro è del tutto o quasi assente questa vivacità sui temi di stringente attualità che si affacciano nei media come controcanto al dibattito politico in scena sul piano nazionale che ci coinvolge eccome. Era apparso, un anno fà, con l’elezione di Palumbo a Sindaco di Favara, che nella città abbia avuto la meglio il bisogno di un ritorno alla politica, che seppure espresso da una parte minoritaria dell’elettorato favarese, di cui si sentiva la necessità dopo l’ubriacatura dell’improvvisazione al potere prima e il suo epilogo nella forma tradizionale di galleggiamento nella gestione del giorno per giorno, dopo.

A un anno di distanza, nulla togliendo agli sforzi degli amministratori in carica, sembra assistere all’opera di volontari in zone colpite da cicloni la cui priorità è ovviamente prestare soccorso , superare l’emergenza con le donazioni filantropiche e solo dopo occuparsi della ricostruzione.

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Qui non si vuole sottovalutare il merito del lavoro preparatorio in atto e/o in corso per ottenere le risorse necessarie al rilancio della città.

Quello che manca è un vero confronto un serio e prolungato dibattito sul futuro della città che vorremmo in modo condiviso attraverso strumenti di partecipazione con contributi di idee e se servirà con una attenzione, non aprioristica,ma critica che serve sempre nelle grandi scelte.

La cornice entro cui svolgere una cittadinanza attiva dei singoli come dei soggetti collettivi non puo’ non essere che il dibattito politico sui grandi temi nazionali.

La qualità della vita, le diseguaglianze I bisogni e come esse si declineranno dentro un disegno di autonomia differenziata che da piu’ parti è definita, cosi comè abbozzata, di permanente legittimazione di diseguaglianze delle aree piu’povere tra cui noi, a dispetto dell’art 3 cost. Che invece ci impone di superare;

In che modo ci prepariamo ad avere le carte in regola facendo la nostra parte per invertire e contrastare il disagio della nostra comunità è il tema che investe tutta la città le sue componenti, I cittadini non solo l’Amministrazione Municipale.

Tale spinta sembra essersi esaurita nella pur difficile gestione quotidiana e I soggetti che l’hanno sollecitata appaiono stanchi sotto il peso di urgenze che ne distrae la riflessione.

Cosi mentre ci trasciniamo nel vuoto dell’assenza di nuova tensione al cambiamento I soggetti politici che dovrebbero promuoverlo ci sembrano piu’ lontani, assenti.

La parte maggioritaria del Consiglio Comunale che si richiama al centro destra non avendo una politica nè una strategia unitaria si esercita in una dialettica tutta interna al Consiglio Comunale senza visibili collegamenti con pezzi della città che pretendono rappresentare nel tentativo di svolgere una “ manutenzione” migliorativa degli orientamenti della Giunta Municipale in tema di tributi di cui la città non riesce a coglierne la bontà per difetto di informazioni meglio dettagliate.

Quantunque possa essere considerata una doverosa e per taluni meritoria azione di legittimo esercizio del mandato politico affidatogli dall’elettorato, essa si iscrive nella gestione dell’esistente mentre anch’essa è chiamata a promuovere una visione della città le cui strutture devono poggiare sugli investimenti del PNRR.

Il Sindaco e la sua formazione politica un tempo attivo su questi temi a una piazza Cavour ormai desertificata, appare ostaggio dei problemi quotidiani oltre che della zavorra storica che rischia di essere definitiva.

Il M5S, ormai piu’ presente in Giunta che in Città, è solo quello che  fanno I suoi assessori nel ramo amministrativo di cui hanno la delega. Nulla di piu’ e nulla di meno dopo una rivoluzione “falsa e bugiarda” come gli dei descritti da Virgilio nell’Eneide.

Il PD rischia di perdere l’occasione del congresso costituente per trovare strumenti che consentano di fare partecipare nuove energie alla vita di un partito cui molti ancora affidano le speranze di contrasto alle diseguaglianze e l’attuazione dei diritti di cittadinanza la cui difesa costituzionale rimane nella cultura di questo soggetto politico oggi molto autoreferenziale e scostante nella rappresentanza delle istanze popolari.

Con una classe dirigente presente nelle Istituzioni a tutti I livelli continua a marginalizzare una realta come Favara, vivace nelle iniziative culturali, nella strategia di coinvolgimento di uomini e donne nella costruzione di un soggetto aperto e combattivo per la costruzione di una società meno diseguale di cui pure parla nei suoi documenti ufficiali.

Cosi in un epoca in cui tutto sembra cambiare a Favara tutto sembra sempre uguale a se stesso.