CRONACA Primo piano Sicilia

La Sicilia torna zona arancione, ma 35 comuni restano di colore rosso

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Mentre 35 comuni sul territorio regionale sono già entrate in zona rossa e ci resteranno fino all’14 aprile, dopo le festività di Pasqua il resto della Sicilia torna in zona arancione. È quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.
L’indice Rt della Sicilia, nella settimana della Santa Pasqua alla quale si riferisce il monitoraggio, è di 1,08 nel valore medio dell’intervallo di confidenza, in leggera crescita rispetto alla cifra del bollettino precedente.

In ogni caso la nostra regione non sarebbe tornata in zona gialla perché il Governo ha sospeso questo regime fino al 30 aprile, salvo deroghe che potrà decidere il Consiglio dei ministri in base all’andamento epidemiologico e al piano vaccinale.

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Ecco cosa cambia

Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. È sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità.

Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive.

Le regole appena elencate non valgono nei 35 comuni siciliani dov’è stata istituita la “zona rossa”: Ribera, Comitini, Racalmuto, Siculiana, Palma di Montechiaro, Santa Maria di Licodia, Caltanissetta, Serradifalco, Trabia, Caltavuturo, San Mauro Castelverde, Acate, Scicli, Centuripe, Regalbuto, Porto Empedocle, Santa Margherita di Belice, Lampedusa e Linosa, Ventimiglia di Sicilia, Borgetto, Ciminna, Mezzojuso, Partinico, Biancavilla, Francavilla di Sicilia, Gaggi, Priolo Gargallo, Mazzarino, Montallegro, Sommatino, Pietraperzia, Mojo Alcantara, Solarino, Buscemi e Rosolini. A questi presto potrebbe aggiungersi, come detto dal presidente Musumeci, anche Palermo.

In zona arancione è consentito il ritorno in aula per tutti i ragazzi fino alla terza media compresa. Gli studenti delle superiori andranno in presenza al 50-75%. Sindaci e presidenti delle Regioni non possono decretare chiusure autonome di ordini scolastici.

Tutti i negozi sono aperti, anche quelli di abbigliamento di altre categorie merciologiche considerate “non essenziali” che in zona rossa sono chiusi. Nei giorni festivi e prestivi, sono chiusi i negozi all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli, tabacchi, edicole e librerie.

Aperti parrucchieri, barbieri e centri estetici che in zona rossa hanno dovuto abbassare le serrande.

Le sale della cultura restano purtroppo chiuse. La loro riapertura è prevista per il momento solo in zona bianca. E per ora non è ancora prevista una data di apertura generalizzata.

Per bar e ristoranti resta la possibilità di lavorare solo con l’asporto (i bar fino alle 18 e i ristoranti fino alle 22) o con le consegne a domicilio. Questo almeno per tutto aprile, poi forse conto dell’andamento pandemico potremo sperare in una revisione della regola.

Oltre a passeggiate anche in bicicletta e jogging (che possono spaziare per tutto il territorio comunale), in zona arancione sono aperti anche i centri che offrono sport individuali come il tennis, il golf o il padel. Restano per ora chiuse palestre e piscine.

E’ possibile viaggiare in Europa, ma almeno fino alla fine del mese sono previste limitazioni per tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori Ue: tra questi, da come si legge nel nuovo elenco di Paesi presenti nell’allegato, viene invece inclusa dal 7 aprile anche l’Austria, Israele, il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, dove dunque sarà possibile viaggiare senza motivazioni specifiche, così come avviene per gli altri Paesi dell’Europa. Chi rientra in Italia da uno di questi Paesi o da quelli Ue dovrà comunque obbligatoriamente sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico) effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo, sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad isolamento fiduciario per cinque giorni e al termine dell’isolamento effettuare un altro test.