Riceviamo ed integralmente pubblichiamo l’istanza che il Coordinamento Titano- che da anni si batte per l’acqua pubblica- ha inviato “ALL’ON.LE PRESIDENTE DELLA REGIONE, ALL’ASSESSORE REGIONALE PER L’ENERGIA E I SERVIZI DI P.U., AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELL’ACQUA E DEI RIFIUTI, ALL’UFFICIO TERRITORIALE DI GOVERNO DI AGRIGENTO, ALL’ASSEMBLEA TERRITORIALE IDRICA DI AGRIGENTO, ALLA GIRGENTI ACQUE S.P.A. – GESTIONE COMMISSARIALE”.
“Con la presente istanza, il coordinamento Titano, impegnato nella difesa e per il raggiungimento dell’Acqua Pubblica, intende sottolineare le condizioni in cui versa il SII e sollecitare interventi risolutivi ai destinatari, ciascuno nell’ambito di sua competenza.
Sapendo che macano pochi mesi alla scadenza dei termini previsti dal MATTM per acconsentire alle ATI di accedere ai finanziamenti previsti per il settore depurativo e idropotabile (periodo 2021/2027) e conoscendo le imprescindibili condizioni poste dal Ministero perché ciò avvenga, ci preoccupano le recenti iniziative del direttivo ATI AG9, al contempo incongruenti e contraddittorie. Esso nella conferenza stampa del 7-8-2020 rende nota la propria impossibilità di espletare con efficacia gli adempimenti previsti per legge (aggiornamento del Piano d’Ambito e affidamento del SII alla nuova Azienda Consortile Pubblica), chiedendo al Presidente Nello Musumeci la nomina di un Commissario per raggiungere gli obiettivi previsti, che esso (l’ATI) asserisce di non poter portare a compimento. Con la Determina del Direttore ATI n.19 del 30-07-2020 invece, si avvia la procedura di selezione di una nuova società che dovrà aggiornare il Piano d’Ambito. La stampa locale parla oggi di “corsa per scongiurare il commissariamento” che il direttivo stesso ha asserito di aver richiesto pochi giorni prima. Tutto ciò è evidentemente contraddittorio e poco ressicurante perché la scadenza è molto vicina (Dicembre 2020) e il SII dell’Ambito Ottimale di Agrigento NON PUO’ PERMETTERSI di mancare tali obiettivi.
E’ necessario mettere in evidenzia il gravissimo ritardo e il gravissimo inadempimento del Direttivo Ati rispetto alla delibera n.80 del 2019 della Giunta Regionale, cosi come il gravissimo ritardo del Presidente della Regione nell’esercitare tempestivamente I poteri sostitutivi di commissariamento che avrebbero dovuto essere esercitati prima, al fine di evitare la perdita imminente dei finanziamenti pubblici. La situazione oggi appare compromessa rispetto all’ottenimento dei finanziamenti nel settore della depurazione per grave colpa del direttivo ati e grave colpa della Regione Siciliana nel non esercitare nei tempi già’ previsti dalla delibera 80 del 2019 I poteri sostitutivi.
Con delibera del Consiglio Direttivo ATI n.11 del 2-4-2020, si da mandato alla società ministeriale Sogesid S.p.A. per l’aggiornamento del Piano d’Ambito. Incarico che non ha ancora prodotto nulla per ragioni non meglio specificate. Possiamo solo ipotizzare che questo stallo nell’aggiornamento del Piano d’Ambito sia dovuto all’impossibilità ad oggi di definire univocamente il perimetro della gestione unica, in quanto sussistono, a parere dello scrivente, delle irregolarità nella concessione dei benefici dell’art.147 comma 2 bis, D.Lgs 152/2006 ai comuni richiedenti la gestione autonoma, come evidenziato in documenti regolarmente inviati e consegnati al direttivo Ati sia dal coordinamento Titano che dall’associazione Centro studi De Gasperi di Sciacca, che dall’associazione di consumatori Konsumer, i quali non hanno ricevuto nessuna risposta, rimanendo del tutto disattesi.
In data 17/9/19 con proposta di delibera n.9, l’Ufficio Tecnico ATI indirizza al Direttivo la stessa con la quale individua 8 Comuni con ipotetico e presunto possesso dei requisiti di cui all’art. 147. Si tratta dei comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita Belice e Santo Stefano di Quisquina. Ciascuno di questi comuni NON POSSIEDE CONTESTUALMENTE tutti i requisiti previsti. Ci corre dunque l’obbligo di precisare alcuni punti sulla decisione dell’ATI:
-Ogni Comune in meno, rispetto ai 43 iniziali, che costituirà l’Ambito del Gestore Unico, procurerà una “diseconomia” a tutti gli altri, per un abbassamento dell’economia di scala che si produce con queste manovre, in quanto aumenta il rapporto valore costi fissi/platea dei beneficiari con contraccolpi anche sulla pianta organica del personale occorrente per la gestione.
-Per beneficiare del 147 occorre avere il possesso dei requisiti quando essi vengono riconosciuti e non ipoteticamente 18 mesi prima di raggiungerli.
-Il principio sancito dalla stessa ATI secondo cui le fonti sono di proprietà dell’Ambito e non dei singoli comuni è inapplicabile con questa modalidà di concessione, per il fatto che gli adeguati investimenti infrastrutturali per la distribuzione equa dell’acqua a tutto l’Ambito non sono mai stati fatti.
Già l’art.172, del D.lgs 152/06, ai commi 1/2/3/4, prevede tempi rigorosi per la riconsegna all’ATI delle gestioni autonome, per arrivare alla Gestione unica. Lo prevede il D.lgv 133 e successiva legge 164 del 2014, e ad essere omissivo, in questo caso, sarebbe il Presidente della Regione, che andrebbe incontro a RESPONSABILITA’ ERARIALI.
Con la Determina del Direttore n.19 del 30 luglio, l’ATI mette a bando un nuovo incarico per l’affidamento dell’aggiornamento del Piano d’Ambito ad una nuova società (che fine ha fatto il precedente incarico a Sogesid?). Nella parte riguardante la MANIFESTAZIONE D’INTERESSE a pag. 4 si legge chiaramente la seguente frase: “il piano d’ambito dovrà essere redatto anche con la prospettiva di un eventuale affidamento a più di un soggetto gestore”. Questo va chiaramente in contrasto con il principio di UNICITA’ D’AMBITO sancito dalla già citata normativa nazionale e regionale, dalla sentenza n.93/17 della Corte Costituzionale e dal parere 7069 del Ministero dell’Ambiente. Inoltre è tutto da spiegare come si concili l’emissione di questa Determina con la quasi concomitante richiesta del Direttivo ATI di essere commissariati dal Presidente della Regione.
Nel frattempo la gestione commissariale di Girgenti Acque rendeva noto già a febbraio il rischio di una SOSPENSIONE DEL SERVIZIO IDRICO PER DEFICIT FINANZIARIO STRUTTURALE. Condizione aggravata anche dal rapporto con il gestore di sovrambito Siciliacque. E’ infatti di dominio pubblico la mole di debiti contratti dalla precendente gestione di Girgenti Acque, (debiti considerati inesigibili dai commissari prefettizi) nei confronti di Siciliacque, la quale ha manifestato l’intenzione di diminuire drasticamente l’erogazione dell’acqua all’Ambito di Agrigento. Se questo grave intendimento dovesse essere confermato, Siciliacque S.p.A. e quindi la Regione sarebbero accusate di ASSETARE il già “arido” ambito di Agrigento, dando priorità alla salute dei bilanci piuttosto che al diritto inalienabile dei cittadini di usufruire del prezioso liquido, con gravi conseguenze in ordine alla SALUBRITA’ PUBBLICA (in tempi di emergenza sanitaria) e di ORDINE PUBBLICO.
Si chiede quindi al Presidente Musumeci di rispettare le disposizioni della L.r. 19/15 e l’esito referendario del 2011 e di RIPUBBLICIZZARE gli acquedotti siciliani, sottraendo dalle mani delle multinazionali ingenti profitti e restituendo ai cittadini la LORO acqua oggi razionata e pagata a peso d’oro.
Auspichiamo in conclusione, per quanto sopra descritto e considerato, un intervento celere e risolutivo nell’applicare quanto disposto dalla delibera n.80, al fine di:
-completare l’iter di costituzione dell’AZIENDA SPECIALE CONSORTILE facendo approvare d’imperio lo statuto dai Consigli Comunali che non l’abbiano ancora fatto. Ad oggi risultano essere: Agrigento, Camastra, Comitini, Casteltermini, Favara, Lampedusa, Linosa, Montallegro, Porto Empedocle, Santangelo Muxaro, S.Elisabetta, S.Giovanni Gemini, Sciacca.
-di ottenere l’aggiornamento del Piano d’Ambito e del Piano Economico finanziario, comprendendo in esso tutti i 43 comuni dell’Ambito e assorbendo i due consorzi Tre Sorgenti e Voltano.
A questo punto, di fronte a tali gravissimi ritardi, gravissimi inadempimenti ed illegittimità’, ci sarebbero gli estremi per chiedere alle autorità competenti di esaminare gli atti dell’ATI e della Regione Siciliana relativi alla futura gestione del SII nella provincia di Agrigento per vedere se sussistano RESPONSABILITA’ PENALI ED ERARIALI e tuttavia attendiamo la conclusione della vicenda, nella speranza, ultima a morire, che vengano prese rapidamente tutte le decisioni correttive e riparatorie dei ritardi, degli inadempimenti e delle illegittimita’ compiuti.
Consapevoli degli adempimenti necessari al riordino del SII dell’Ambito di Agrigento, GRAVOSI quanto INDIFFERIBILI, consideriamo imperativa la necessità di fare presto, con rigore e rispettando la legge”.