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Il pastrocchio economico ed amministrativo sulla TARI

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Ma il M5s non ci aveva promesso la gestione in house che doveva far introitare milioni di euro nelle casse del nostro Comune? Invece ci prospetta un aumento di 700 mila euro per un servizio pessimo!

Nell’Ordine del Giorno dell’ultimo Consiglio Comunale, convocato con gli estremi d’urgenza, del 10 c.m. aggiornato al 11 c.m. e caduto per mancanza di numero legale, il Presidente del Consiglio, dietro richiesta dell’Amministrazione attiva, aveva inserito all’O.d.G.: “Approvazione Piano Economico Finanziario Servizio di raccolta dei Rifiuti solidi urbani” per il 2017 rideterminato e per il 2018 aggiornato.  Solo una mera questione lessicale? Ovviamente no, anche se a mio parere, dovendo essere entrambi gli anni, ribollettati è per entrambi rideterminazione. Ma tant’è.

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Come mai a distanza di 10 giorni, visti gli estremi d’urgenza invocati non si è ancora provveduto alla sua riconvocazione? Non ci sono più gli estremi d’urgenza o ci sono trattative in corso alla ricerca della maggioranza perduta? Come si concilia l’urgenza con la dilatazione dei tempi? Manovre di palazzo a discapito dei cittadini contribuenti?

Sul merito delle proposte avanzate, ci sarebbe molto da dissertare, Io mi limiterò, alle più importanti, secondo me, avendo letto le carte presentate ai Consiglieri Comunali.

La vicenda nasce non perché l’amministrazione attiva (si fa per dire) avesse deciso di svolgere il proprio ruolo ma solamente perché, come scrive la stessa Sindaca: “si rappresenta l’urgenza vista la nota prot. 52416 del 29/11/2019, con la quale il Ministero dell’Interno ha comunicato l’espressione del parere favorevole, con prescrizioni, all’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato 2016, cui seguirà il provvedimento ministeriale.” Cioè la normale attività è stata ricordata dal Ministero dell’Interno.

La prima domanda: visto che il servizio è svolto da una impresa privata, come mai nelle carte non esiste nessun documento dell’impresa, la quale, ritenendo di avere affrontato una spesa superiore a quella prevista dal capitolato, per il servizio svolto, non ha richiesto, alla scadenza dell’anno, quindi al massimo nei primi mesi del 2018 per il 2017 e dei primi mesi del 2019 per il 2018, di avere compensato economicamente la differenza di costo sostenuta dall’impresa?

Ovviamente lo stesso ragionamento vale per i maggiori costi per il conferimento in discarica, la quale, dagli atti, nemmeno questa risulta avere fatto richiesta di avere retribuiti i maggiori costi sostenuti, comeinvece si scrive per altre voci.

Ė pensabile un’impresa privata non ne abbia fatto richiesta a tempo debito? Ha fatto passare tre anni sperando che fosse il comune ad accorgersene, considerato che parliamo di cifre corpose?

Se questa amministrazione avesse portato in Consiglio Comunale per l’approvazione Bilanci annuali e triennali, Conti Consuntivi 2017 e 2018 nei tempi previsti dalle leggi in vigore, i presunti maggiori costi, sia del 2017 che 2018, per il servizio in questione, si sarebbero conosciuti nei tempi previsti dalle attuali leggi in vigore.

Ricordo che pur essendo oramai a fine anno 2019 l’Amministrazione in carica non ha redatto bilanci e conti consuntivi 2017-2018-2019, che hanno una precisa scadenza per legge, e nessuno ha mai spiegato perchéquesti atti non sono mai approdati in Consiglio Comunale.

Come si amministra una città, per quattro anni consecutivi, col bilancio 2015 e per giunta anti dissesto e redatto dalla precedente Amministrazione? Il Primo bilancio stabilmente riequilibrato che questa amministrazione ha inviato al ministero degli interni è quello relativo al 2016, sul quale si è strombazzate che approvato, invece scopriamo che ci sono delle prescrizioni, ai quali l’amministrazione sta cercando, appunto, di rispondere con gli estremi d’urgenza e nei tempi fortemente scaduti, alla faccia delle maghe del dissesto e della finanza che ci hanno lasciato sul groppone guai, oneri e disfunzioni amministrative ed economiche. Però, le maghe, sono state profumatamene retribuite, coi denari provenienti dalle tasche dei cittadini favaresi.

L’Amministrazione ha dato un appalto per una determinata cifra per poi, dopo tre anni, accorgersi, tramite gli uffici preposti e non l’impresa, che l’importo totale per il servizio invece era superiore? Come mai le imprese non si sono accorte del mancato introito (mi riferisco sempre rispetto alle carte presentate)? Non ci sono responsabilità? È tutto legale e legittimo?

Scrivono i revisori, il 09/11/2019, sul piano 2017 rideterminato: “esaminata la proposta di Deliberazione Consiliare prot. 33326 (questo atto non risulta nelle carte presentate ai Consiglieri) del 19/7/2019, pervenuta il 10/09/2019…………….” Quasi due mesi perché la proposta venga trasmessa ai revisori (che celerità).

Scrive ancora il collegio dei revisori: “invita l’ente a procedere senza indugio: “1) alla determinazione del Piano Finanziario per il servizio di raccolta R.S.U. per gli anni 2018 e 2019; 2) alla emissione dei provvedimenti di liquidazione della TARI per gli anni 2016-2017-2018;…….”

Il Collegio richiede altresì, “un’attestazione a firma del responsabile della P.O. n 7 “area tributi” specificando la tempistica per l’avvio dei provvedimenti per il recupero coattivo della TARI almeno per il 2016…….. Tale attestazione dovrà essere prodotta entro e non oltre la data del 15/11/2019.”

Sulle prescrizioni del Collegio dei Revisori dei Conti non è dato sapere se i provvedimenti di liquidazione TARI 2016-2017-2018 sono stati emessi, e se l’attestazione richiesta, con scadenza già trascorsa, sia stata prodotta, agli atti non risulta nulla di quanto richiesto.

Da nessuna parte si evince come l’amministrazione intenda attivarsi, cosa chiesta espressamente dai Revisori, per il recupero coattivo della TARI, visto che si parla di una elusione del 60% e quindi si parla di cifre molto considerevoli, cioè si parla di una forbice di mancato introito che va dai 3,5 ai 4,0 di milioni di euro l’anno, per un totale relativo ai tre anni e mezzo dell’attuale Amministrazione di un mancato introito di 12-14 milioni di euro (motivo del prossimo dissesto).

Sull’aggiornamento (non rideterminazione come per il 2017) della TARI 2018 sull’aumento di circa €427.931 euro dai numeri presentati si evince che è dovuto:

retribuzioni a 4 dipendenti distaccati GESA SRR pari a ​​€ 165.879;

debiti residui GESA ed SRR anno 2017 pari a ​​​€ 159.759;

aumento costi spazzatura e lavaggio strade e aree pubb.​€   65.433

quindi per un totale di ​​​​​​€ 391.071 su un aumento complessivo 2018 di € 427.931.

Però i Revisori scrivono, il 03/12/2019: “Il Collegio, dopo opportuna richiesta di chiarimento al Responsabile dell’Area 2 ………………. Dalla quale apprende che i maggiori costi sono dovuti per l’80% al servizio di conferimento e per la restante parte a fatturazione a saldo nel 2018 da parte della GESA-SRR per la gestione del servizio rifiuti, ……….” Se la matematica non ha subito qualche rivoluzione, a me sconosciuta, le percentuali sono totalmente diverse e cioè il 76% di aumento dei costi è dovuto alle prime due voci su esposte; il 15% alla terza voce e il rimanente 9% a motivi vari. A me sembra che si siano dati i numeri, e chi li dà questi numeri ciascuno se ne faccia una propria opinione.

Ma come è stato possibile che si siano retribuiti 4 dipendenti senza che nessuno se ne sia accorto? Chi pagava questi dipendenti?

0rmai è giurisdizione consolidata sia al TAR che alla Corte dei Conti che la tariffa della TARI deve essere commisurata ad anno solare in modo che ogni tariffa annuale sia costruita per badare a se stessa. A tal fine i Comuni devono deliberare le tariffe della TARI e il piano finanziario del correlato servizio entro l’approvazione del bilancio di previsione, che salvo deroghe deve avvenire entro il 31 maggio dell’anno successivo. Per evitare il “segno negativo”, che può verificarsi se i costi si sono rilevati superiori a quanto indicato nel piano finanziario, i Comuni possono modificare aliquote e tariffe di propria competenza, dal primo gennaio dell’anno. Tale facoltà tuttavia è esercitabile solo entro il termine per l’approvazione della deliberazione di salvaguardia degli equilibri, oggi stabilita al 31 luglio dell’anno successivo, e a condizione che si sia riscontrato un disequilibrio di bilancio. Perché non è stato fatto a tempo debito? Inoltre sempre per sentenze TAR e Corte dei Conti i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti non posti a carico degli utenti nell’esercizio di competenza non possono essere inseriti nel Piano Economico Finanziario di esercizi successivi (vedi la voce debiti residui GESA-SRR anno 2017 caricati sull’esercizio 2018).

La mia personale opinione è che questi due Piani Economici Finanziari non possano esser votati, che quindi finiscano sui debiti fuori bilancio per, successivamente, lasciare decidere alla Corte dei Conti.

Appuntamento alla prossima sulla differenziata a Favara ed il suo costo.

Favara, 22 Dicembre 2019​​​​​​​​Carmelo Castronovo