Con la partecipazione degli studenti di tutte le scuole della città, si è conclusa in piazza Cavour l’undicesima edizione della “Festa della Legalità” che si svolge sotto l’egida del Comune e che coinvolge le associazioni culturali e del volontariato, la Chiesa, le forze dell’ordine. L’idea della festa è nata nel 2009 per riaffermare i valori legati ai corretti comportamenti, al senso civico, alla solidarietà, alla giustizia e anno dopo anno si è arricchita di iniziative che ormai la collocano tra gli appuntamenti più importanti tra quelli che si celebrano annualmente a Favara. “Per la sua organizzazione – dice l’ideatore Gaetano Scorsone – c’è un lavoro che inizia diversi mesi prima attivandosi un tavolo a cui partecipano varie istituzioni, carabinieri compresi, le quali apportano proposte, indicazioni e suggerimenti per rendere la festa un appuntamento sempre nuovo e di stimolo per rendere migliore la società attraverso il rispetto delle regole e i sani comportamenti”.
L’edizione di quest’anno si è snodata lungo un percorso iniziato lo scorso 2 maggio con varie iniziative tenute tutte legate dal filo della legalità. Non può essere sottaciuta l’iniziativa di cancellare le scritte razziste comparse su alcuni muri delle abitazioni di via Fratelli Cervi con la sovrapposizione di un suggestivo murales realizzato da sei giovani artiste, una favarese e cinque polacche. Ma anche la presentazione del docufilm “Quasi12. Nessun colpevole” scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco con il quale si è raccontata la storia di Stefano Pompeo, il bambino di 11 anni ferito a morte nell’aprile del 1999 e proiettato nella scuola che frequentò da ultimo, ha lasciato il segno. Quella di ieri è stata l’ultima tappa, sicuramente la più significativa, in cui si è celebrato il passaggio dello “stendardo della legalità” dal liceo “M.L. King” al centro culturale “Renato Guttuso” per il tramite dell’arciprete don Giuseppe D’Oriente essendo stata la Chiesa madrina della manifestazione. La presidente del centro “Guttuso”, Lina Urso Gucciardino, avrà l’obbligo morale di intraprendere e curare, nell’anno in cui sarà affidatario del gonfalone, una serie di iniziative per valorizzare ed esaltare i principi della giustizia, della solidarietà e dell’equità. Sempre ieri, come da tradizione, si è scoperta una maxitela (due metri di altezza per 180 cm di larghezza) realizzata dagli allievi dell’Accademia comunale di arte, cultura e legalità diretta dal maestro Vincenzo Patti. La tela è dedicata alla città e verrà esposta in una sala del Comune, quella che potrà darle maggiore risalto. Alle cerimonie di ieri mattina sono intervenute rappresentanze della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco. Non è mancato un omaggio floreale posto ai piedi del monumento dei caduti da due carabinieri che, per l’occasione, hanno indossato la grande uniforme storica (Gus).
“Celebrare la legalità – dice il sindaco Anna Alba – dovrebbe essere un esercizio di tutti i giorni. Noi ci proviamo avendo il conforto della maggioranza dei cittadini che vogliono vivere in un ambiente dove si rispettino le regole e non ci siano privilegi. La Festa della Legalità ci ricorda che tutto ciò è possibile se ognuno di noi ci metterà il suo piccolo contributo”.
Prima del “rompete le righe”, i partecipanti hanno potuto assaggiare del pane offerto dai fornai di Favara condito con l’olio “Val Paradiso” di produzione locale il tutto assemblato dalle abili mani degli studenti che frequentano l’istituto alberghiero “Ambrosini”. La manifestazione si è conclusa sulle note della canzone “Favara è di tutti” del cantautore Lillo Puccio attraverso la quale si esaltano le bellezze della città.