Interviene il Coordinamento TITANO chiedendo che venga aggiornato, in base ai nuovi provvedimenti della Corte Costituzionale, lo Statuto dell’ATI Idrico. Di seguito la nota integrale.
“Potrà sembrare inverosimile, ma invece è amara realtà: lo statuto dell’ATI Idrico è ancora nello stato in cui è nato immediatamente a valle della nascita della Legge Regionale 19/15. Lo Statuto continua a rappresentare aspetti che, ormai, da anni sono stati cassati anche dalla Corte Costituzionale. Il capolavoro è rappresentato dall’ articolo
sette, comma 2 che parla di pluralità di soggetti gestori, parla di sub ambiti, di coordinamento da parte di ATI della moltitudine di gestori del servizio. Siamo convinti che anche questo non ci aiuta nel processo di integrazione tra soggetti non consegnatari e gli altri comuni, finora gestiti dal privato. Oggi i comuni che hanno gestito in proprio,
continuano a citare lo Statuto quale punto sostanziale a sostegno delle proprie tesi. Noi pensiamo invece che vada fatta immediata ed estrema chiarezza su tanti punti e lo Statuto rivisitato e corretto secondo le normative vigenti e i pronunciamenti della Corte Costituzionale sia un buon inizio. Oggi, in molti, teorizzano procedure e percorsi che non stanno ne in cielo ne in terra. Chi se non l’ATI, ha l’ obbligo istituzionale di chiarire e mettere al loro posto i paletti
ineludibili, nel rispetto delle leggi, per arrivare ad una gestione efficace, efficiente ed economica. Ci preoccupa e non poco, inoltre, la condizione economico-finanziaria in cui si trova il Gestore Unico, in questo momento e che temiamo possa collassare da un momento all’altro. Ci pare però che detta situazione non trovi rispondenza nelle azioni che l’ATI dovrebbe mettere celermente in atto, nel più breve tempo possibile, per offrirci il nuovo gestore”.