foto del momento davanti al Tempio della Concordia.
Sono stati consegnati questa sera, davanti al Tempio della Concordia, nella Valle dei Templi di Agrigento, il Premio “Luigi Pirandello” e la targa speciale assegnati quest’anno per il teatro rispettivamante agli attori Toni Servillo e Michele Riondino.
Un’edizione speciale del riconoscimento, per la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per la coincidenza con il mese di celebrazioni del 150esimo dalla nascita del drammaturgo agrigentino.
La commissione, composta dal presidente emerito della Fondazione Sicilia, Gianni Puglisi, dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, dal vicepresidente della Fondazione Federico II Antonio Venturino, dal presidente della Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore, dal direttore generale della Treccani, Massimo Bray, dal regista Roberto Andò, dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto e dal presidente dell’associazione Strada degli Scrittori, Felice Cavallaro, hanno individuato i due premiati in base alle seguenti motivazioni.
Toni Servillo: “Artista tra i più prestigiosi del panorama internazionale, Toni Servillo si iscrive nel solco di una tradizione di grandi interpreti incarnata da figure indimenticabili come quelle di Marcello Mastroianni e Gian Maria Volontè, attori-creatori che hanno saputo proiettare con l’universalità della loro arte l’immagine dell’italiano in ogni latitudine. Nato nel 1959 ad Afragola, Servillo ha dominato la scena teatrale sotto il segno di Eduardo De Filippo, portando in tourneè nel mondo la sua compagnia dei Teatri Uniti, da Parigi a Londra, da Madrid a San Pietroburgo, da Chicago a New York, sotto l’insegna del Piccolo Teatro di Milano. Il suo volto scavato, la sua voce irresistibile, la sua intelligenza e la sua cultura raffinata, hanno in breve tempo segnato anche il meglio del cinema italiano, sino alla consacrazione dell’Oscar per La Grande Bellezza. Nella folgorante galleria tratteggiata dai suoi personaggi, Servillo ha “pirandellianamente” mescolato i confini che separano il cinema dal teatro, la realtà dalla finzione, o, per dirla con Sciascia, il volto dalla maschera, raccontando di volta in volta l’uomo del dubbio, l’uomo scisso, l’uomo del potere, l’uomo della pietà e del mistero. Il suo metodo, umile e semplice, prevede che il talento sia continuamente rinnovato dallo studio, dall’applicazione, dall’intelligenza, dal lavoro. Per dirla con un grande maestro del cinema mondiale, Martin Scorsese, ‘Servillo è un attore incredibile, da cui non si riesce a distogliere lo sguardo’”.
Michele Riondino: “Michele Riondino rappresenta una delle più interessanti figure del cinema e del teatro italiano degli ultimi quindici anni. Nato a Taranto nel 1979, dopo aver frequentato l’Accademia d’Arte drammatica ‘Silvio D’Amico’, ha esordito prima nel mondo del teatro e poi si è impegnato con grande versatilità in un’intensa attività filmica, articolata tra cinema e televisione. La sua personalità artistica si è sviluppata con graduale espressività attraverso una serie di performance drammatiche che hanno messo sempre meglio in evidenza l’abilità, nella resa drammaturgica, delle dinamiche narrative, la capacità di impadronirsi, con piena immedesimazione empatica, dei ruoli assegnatigli, la flessibilità mimetica nell’adozione delle maschere narrative di volta in volta portate in scena. Michele Riondino ha lavorato con numerosi Maestri della macchina da presa, come Marco Risi, Marco Bellocchio, Paolo e Vittorio Taviani e Mario Martone, con il quale, dopo il Noi credevamo del 2010, ha interpretato ne Il giovane favoloso nel 2014 il ruolo di Antonio Ranieri, l’amico del cuore di Giacomo Leopardi. È anche un volto noto e apprezzato della televisione italiana: ha lavorato con numerosi autori televisivi, interpretando ruoli importanti in molte serie tv. Quello che ci piace maggiormente ricordare è il ruolo da protanista svolto nelle serie ‘Il giovane Montalbano’, diretto da Gianluca Maria Tavarelli, su testi di Andrea Camilleri, nome eccellente della narrativa contemporanea e prestigioso figlio di questa terra di Sicilia. Andrea Camilleri è un nome che ricorre nella vita teatrale di Michele Riondino: con la supervisione di Camilleri sui testi, nel 2012, ha infatti diretto un’opera teatrale, La Vertigine del Drago, di Alessandra Mortelliti, andata in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto. In tutte le sue performances, sia di attore che di regista, Michele Riondino ha saputo anteporre la forza della rappresentazione alle ragioni del testo rappresentato, mostrando in questa eccezionale chiave espressiva una perfetta sintonia con la tradizione pirandelliana della narrazione drammatica. La scena prevale sulla trama, l’attore prevale sulla figura: Michele Riondino, leggero di anni, ma carico di esperienza e ricco di passione teatrale, si colloca a pieno diritto nella filiera pirandelliana e per questo merita il nostro riconoscimento e il nostro augurio”.