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Tre giorni di memoria: il viaggio istituzionale in onore di Calogero Marrone

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La visita istituzionale, organizzata dalla Fondazione Culturale Calogero Marrone e presieduta dal sindaco di Favara, Antonio Palumbo, insieme al vicepresidente Rosario Manganella, ha avuto l’obiettivo di rendere omaggio al nostro stimato concittadino Calogero Marrone. La delegazione ha vissuto tre giorni intensi, ricchi di commemorazioni e incontri carichi di significato, che hanno permesso di tracciare e riscoprire il percorso eroico di un uomo che, mettendo a rischio la propria vita e sacrificando tutto, riuscì a salvare centinaia di ebrei dalle deportazioni naziste, alterando i loro dati anagrafici per permettere loro di sfuggire alla furia del regime. Alla manifestazione hanno partecipato non solo rappresentanti istituzionali, ma anche ex studenti provenienti dalle tre principali scuole superiori di Favara — l’Istituto Enrico Fermi con il professor Antonio Moscato, il Liceo Martin Luther King rappresentato dal docente Benedetto Raneri, e l’Istituto Alberghiero Ambrosini con il dirigente Gabriella Bruccoleri. Insieme a loro, erano presenti l’assessore comunale Carmen Lo Presti e il segretario della Fondazione, Carmelo Castronovo, tutti riuniti per condividere e testimoniare il ricordo di Marrone, che incarna i valori di umanità e coraggio per i quali è riconosciuto come uno dei “Giusti tra le Nazioni”.

Il primo giorno della visita ha condotto il gruppo a Varese, città in cui Calogero Marrone lavorava come funzionario dell’anagrafe. Proprio qui, in segreto e con enorme rischio personale, Marrone modificava documenti ufficiali per fornire nuove identità a numerosi ebrei, salvandoli così dalla cattura e dalla deportazione. La delegazione ha visitato il Municipio di Varese, dove è stata apposta una targa commemorativa in suo onore, un segno tangibile e permanente del suo coraggio e della sua azione eroica. Durante questa visita, i partecipanti hanno ascoltato una toccante testimonianza della nipote di Calogero Marrone, Loredana Marrone, che ha raccontato la vita e la figura morale del nonno, un racconto che ha commosso i presenti e fatto rivivere la memoria di quell’uomo straordinario. Successivamente, il gruppo ha visitato la casa di via Sempione, l’abitazione in cui Marrone visse con la sua famiglia; una tappa emozionante che ha permesso di percepire la quotidianità di una vita divenuta leggendaria. Nel pomeriggio, la delegazione si è recata al “Giardino dei Giusti”, un luogo di riflessione e memoria dedicato a coloro che, in ogni parte del mondo, hanno rischiato tutto per salvare vittime di genocidi e persecuzioni. Tra questi, Calogero Marrone occupa un posto speciale come uno dei “Giusti tra le Nazioni” italiani riconosciuti dallo Yad Vashem di Gerusalemme.

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L’ufficio anagrafe di Varese

Il “Giardino dei Giusti tra le Nazioni”

La seconda giornata è stata altrettanto significativa e ha portato la delegazione a Milano, alla Stazione Centrale, per una visita al “Binario 21”, un luogo simbolico e carico di memoria. Da questo binario, tra il 1943 e il 1945, vennero deportati migliaia di ebrei, dissidenti politici e partigiani verso i campi di sterminio, e tra di essi vi fu lo stesso Calogero Marrone, destinato al campo di Dachau. Oggi il Binario 21 ospita il Memoriale della Shoah, uno spazio di raccoglimento, memoria e testimonianza che ricorda tutte le vite spezzate dalla follia nazista. La delegazione ha potuto soffermarsi in questo luogo toccante, raccogliendosi in un momento di riflessione e commemorazione delle vittime.

Il “Binario 21” Milano

Il terzo e ultimo giorno della visita, forse il più intenso e toccante, si è svolto al campo di concentramento di Dachau. È qui che Calogero Marrone visse le sue ultime sofferenze e sacrificò la sua vita, affrontando con dignità e coraggio le atrocità del regime nazista. La delegazione ha reso omaggio alla sua memoria in questo luogo simbolo dell’orrore e della crudeltà umana, dove migliaia di persone persero la vita in condizioni disumane. Il sacrificio di Marrone, il suo impegno per la giustizia e la sua invincibile spirito umano rimangono un faro di ispirazione per la comunità di Favara e per chiunque creda nel valore della solidarietà e del coraggio.

Il campo di concentramento di Dachau