Favaraweb

Presentato “Polvere di gesso”: pienone a “Le Fabbriche” per il libro di Giuseppe Pullara

Pienone, entusiasmo e sorrisi, a “Le Fabbriche”, fondazione Orestiadi di Agrigento, ieri sera, lunedì 2 settembre, per la presentazione del libro “Polvere di gesso (come vincere dopo 28 bocciature)” di Giuseppe Pullara. Tantissimi gli studenti del quasi quasi quasi professore, come tiene a definirsi l’autore, che non sono voluti mancare all’appuntamento e, poi, parenti, amici, colleghi, conoscenti e tanta gente incuriosita dal volume, tutti lì per assistere ad un momento che ha regalato emozioni.  

Giuseppe Pullara, docente e segretario regionale di Conflavoro Sicilia e vice presidente nazionale, ha dialogato con  Carola De Paoli, presidente provinciale dell’Ande (Associazione nazionale donne elettrici). Ad aprire la serata i saluti del direttore de “Le Fabbriche”, Beniamino Biondi, e quelli dell’assessore comunale di Agrigento, Carmelo Cantone.   
“Polvere di gesso- ha detto l’autore– vuole essere uno stimolo per tutti i giovani a raggiungere tutti i loro obiettivi e a realizzare tutti i loro sogni, attraverso la fede, la forza di volontà, il supporto della famiglia e l’umiltà e il credere che tutto è possibile. Per essere insegnanti non basta avere la laurea ed essere di ruolo ma bisogna essere validati dai risultati ottenuti dagli studenti. Per questo- ha spiegato Giuseppe Pullara– mi definisco quasi, quasi, quasi professore perché ritengo che la qualifica debba essere conquistata tutti i giorni attraverso la pratica quotidiana, la costante preparazione e la formazione continua. Ma per essere all’altezza occorre conoscere i propri allievi sapendo quali possano essere le loro aspettative, i desideri, i sogni, le motivazioni, le impressioni. Inoltre, mi definisco quasi quasi quasi professore , perché oggi non diamo più il giusto significato alle parole non crediamo più alla parola amore, è  necessario dire amore vero, non crediamo più alla parola amico dobbiamo dire amico vero, non crediamo più alla parola bello dobbiamo dire bello vero, e nemmeno alla parola vero dobbiamo dire vero vero. Io preferisco dare il giusto significato alla parola ed inserire i tre quasi”. Il libro è, soprattutto, un omaggio alle nuove generazioni, un invito a non mollare, ad essere protagonisti del futuro. Ma, nel volume, c’è anche la fede, le avventure di un giovane, i valori, le difficoltà di uno studente negli studi universitari, il raggiungimento del sogno con la proclamazione di ingegnere, il grande amore verso l’insegnamento e i suoi studenti con metodi capaci di coinvolgerli nello studio della materie scientifiche.
Attraverso le storie raccontate nel volume, Giuseppe Pullara invita a riflettere sul ruolo nella costruzione dell’identità collettiva, su quanto il lavoro e il contributo singolo e collettivo rappresenti un elemento fondamentale per la crescita della società.