L’onorevole Carmelo Pullara, vice presidente della Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanità, ha ritenuto opportuno presentare un’ interrogazione, destinata al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale della Salute, sulla gestione dell’emergenza Covid 19 verificatasi presso l’ospedale Barone Lombardo di Canicattì che ha creato le condizioni di fare sviluppare un possibile focolaio epidemico all’interno dell’ospedale, mettendo a repentaglio la salute di per sé compromessa dei pazienti oncologici. Riportiamo il testo integrale dell’interrogazione:
XVII Legislatura
Interrogazione
Notizie urgenti sulla gestione dell’emergenza Covid 19 presso l’ospedale di Canicattì
Al Presidente della Regione, all’Assessore regionale per la salute, premesso che:
– Un infermiera in servizio presso il P.O. di Canicattì nel reparto di oncologia lo scorso 20 marzo è risultata positiva al tampone effettuato al proprio domicilio il 17 marzo poiché in malattia dal 6 marzo ;
– La stessa infermiera transitava presso il nosocomio in data 10 marzo per effettuare un prelievo;
– soltanto fra il 16 e il 17 dunque si decide di fare eseguire il tampone al personale sopra citato, mentre il reparto ha continuato ad operare sino al 27 marzo;
– soltanto il 23 viene effettuato tampone ad alcuni operatori sanitari con risultati che arrivano il 27 sera ma non comunicati esclusivamente dal sindaco di Licata nel silenzio di tutte le autorità sanitarie di Canicattì ivi compreso il Sindaco ed il cui esito ha dato due casi positivi e due sospetti fra gli operatori sanitari cui ripetere l’esame;
– è inevitabile purtroppo (speriamo di no) immaginare le conseguenze di contagio ulteriore anche fra pazienti fragili ed altri operatori sanitari a causa di una vicenda gestita in modo pessimo.
Considerato che:
– nonostante la grave emergenza e le misure precauzionali nel P.O. di Canicattì non è stato attuato il protocollo operativo, alla luce del fatto che un operatore sanitario del Servizio di Oncologia è risultata positiva in data 20 Marzo e posta in quarantena domiciliare;
– l’accaduto prevede secondo le linee guida igienico sanitarie l’eventuale sospensione del servizio di Oncologia dirottando i pazienti per il trattamento chemioterapico presso l’UOC di Agrigento da cui dipende lo stesso Servizio di Oncologia del nosocomio canicattinese, e contestualmente poneva il personale tutto in quarantena facendo effettuare i tamponi con lettura immediata vista la gravità del caso;
– invece si è permessa dal 20 al 27 marzo la normale attività del reparto, acquisendo i risultati dei tamponi solamente in data 27 Marzo da cui risulterebbero contagiati due dipendenti del Servizio di Oncologia di Canicattì residenti a Licata;
– la gestione dell’emergenza ha creato pertanto le condizioni di fare sviluppare un possibile focolaio epidemico all’interno dell’ospedale mettendo a repentaglio la salute di per sé compromessa dei pazienti oncologici.
Per sapere
Se non reputino indispensabile avviare un’ispezione per accertare le dinamiche che potrebbero aver generato un possibile focolaio mettendo a repentaglio sia gli operatori sanitari che i pazienti ed a macchia d’olio la cittadinanza.
Se non vi siano gli estremi per attivare le eventuali azioni consequenziali per negligenza e causato danno e se la vicenda non abbia anche risvolti d’interesse per altre autorità.