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L’analisi lucida di una sconfitta

 

 

Credo che questa sia l’analisi più lucida, che ho letto finora, sulle elezioni italiane. Scritto da un italiano all’estero che ha chiesto di restare anonimo.

“Cari Democratici, (meglio, Renziani), vi spiego perché avete perso.

Sgombriamo subito il campo. Non avete perso perché gli italiani sono ignoranti, non avete perso per colpa dei gufi, non avete perso a causa della minoranza interna e credetemi, non è nemmeno colpa di D’Alema.

Ora facciamo un piccolo flash-back. Metà anni ’90, la radio passa le canzoni di Ligabue e Ron, alle gambe un paio di jeans, d’inverno il kimono, al bar come sempre La Gazzetta Dello Sport. Poi l’estate, la sezione del Partito, la festa de l’Unità e l’immancabile Piero (il sovietico) tra una bestemmia alla cassa e le assemblee di partito il sabato sera, la distribuzione dell’Unità la Domenica mattina.

Se a questo punto della storia siete persi, fermatevi. Se invece avete già assunto l’atteggiamento snob degli ultimi anni allora siete parte del problema.

E se non avete ancora capito qual è il problema, lasciate che ve lo suggerisca.

Vi era un tempo in cui un operaio ed un professionista si incontravano la sera nelle sezioni dei partiti. Che si chiamassero compagni o camerati poco conta. Quello che conta è che vi fosse uno spazio, un momento di partecipazione nel quale i due potevano incontrarsi, confrontarsi e litigare.

30 anni dopo. L’operaio ed il professionista vivono su due mondi disconnessi, per non parlare del disoccupato del sud che avete cancellato dal vostro spartito politico.

Il primo guadagna 1,000 Euro al mese, si sente fondamentalmente escluso da ogni processo decisionale, non ha materialmente gli strumenti per confrontarsi con il nuovo mondo, è incazzato e viene generalmente trattato come un idiota o come un razzista.

Il secondo guadagna 60,000 Euro l’anno (o 200,000 se è emigrato), scrive “200,000” con la virgola e non il punto perché usa la convenzione anglosassone, la mattina legge il NYT, parla inglese, guarda con snobbismo il primo, non capisce come possano gli operai non amare il “jobs act”, non ha *mai*, dico *mai* alcuna interazione con l’operaio, gli prende l’orticaria a sentir parlare di “popolo”.

Il popolo è ignorante? Forse. Ma non è questo il punto. Il popolo è razzista? Forse. Ma non è nemmeno questo il punto. Il punto, cari i miei fighissimi amici democratici renziani è la vostra totale e clamorosa incapacità di stabilire una qualunque forma di connessione emotiva con l’unica cosa che conta: IL POPOLO.

In questi anni vi ho sentito dire una bestialità dopo l’altra. Avete vinto il seminario accademico, ma avete perso tutto il resto.

Avete perso perché vi siete sopravvalutati umanamente prima ancora che politicamente. Non siete meno razzisti degli elettori della Lega. Non siete meno ignoranti degli elettori dei 5 stelle. Siete solo più arroganti.

Già, perché una classe politica minimamente avveduta risponde al seguente principio elementare: fare per lo meno un piccolo sforzo per ascoltare il dissenso del popolo ed incanalarlo in processi partecipativi.

Al contrario, il vostro atteggiamento è stato (ve lo dico in inglese visto che siete fighissimi) “out of this world”. Arroganti come mai visto prima sulla scena politica. Saccenti come un Assistant Professor on a tenure track frustrato/a (mettiamo il femminile perché sai, altrimenti vi incazzate) che dimostra la sua frustrazione in un seminario.

Volete qualche esempio? Nessun problema.

Il popolo non digerisce il jobs act? Massa di ignoranti che non capiscono come funziona il mondo del lavoro.

Gli insegnanti non gradiscono la riforma della scuola? Massa di fannulloni.

Gli italiani hanno problemi con l’immigrazione? Massa di razzisti.

Il popolo ha dei problemi a capire l’ossessione per le questioni di genere? Massa di omofobi, ignoranti e retrogradi.

Alcuni cittadini perdono i risparmi di una vita (qualcuno si è anche suicidato) per investimenti sbagliati delle loro banche? Massa di incapaci che non capiscono nulla di economia.

Qualche banca rischia il fallimento per incauti comportamenti? Allora giù vagonate di soldi pubblici.

Qualche imprenditore rischia il fallimento (anche qua suicidi per disperazione) e i lavoratori mandati a casa? Masse di somari che non capiscono nulla delle regole del mercato.

Il popolo ha delle perplessità sui vaccini? Razza di ignoranti, massa di bestie da insultare su Facebook.

Il popolo non condivide le leggi elettorali scritte a propria immagine e somiglianza con paracadute per gli intoccabili e senza possibilità alcuna di scegliersi i propri eletti? Massa di incompetenti, di zucconi e di profani.

Perfino a chi vi diceva che, forse, le cose non erano così rosee avete risposto “gufi” o peggio con una delle più clamorose bestialità delle quali vi siete autoconvinti: “il 40% del referendum è lo stesso 40% delle europee ed è il 40% di Renzi”.

E così avete trasformato un partito del popolo in un bellissimo partito elitario.

Il mondo finanziario? Quello è con voi. Il mondo accademico? Anche quello è con voi.

I salotti radical-chic? Anche quelli sono con voi. Tutta la parte più figa del Paese è con voi.

Tutti, ad esclusione dell’unica cosa che conta in politica: IL POPOLO (comprendendo nella definizione i medi imprenditori del Nord e i pochi del sud che non avete capito mai). Ecco, quello non è esattamente con voi.

E dovremmo forse essere stupiti del fatto che si siano rivolti alla Lega ed al M5S? andiamo ragazzi

E non crediate che non riesca a vedere il razzismo, l’ignoranza, l’omofobia, etc. che è presente in Italia.

Ma se volete che le cose cambino allora dovete cambiare voi stessi in primo luogo.

Dovete tornare ad innamorarvi del popolo, con tutte le sue contraddizioni. E dovrete dargli tempo.

Fino a quando non tenderete la mano a chi non capisce il “jobs act”, fino a quando non farete il minimo sforzo per comunicare alle persone, di averli per lo meno ascoltati, fatemi una cortesia: smettete proprio di fare politica. Non siete portati, non avete il talento e nemmeno l’umiltà per poterlo fare.

I danni che avete causato in questi anni sono astronomici. La cosa più inquietante non è la sconfitta elettorale dato che in politica come nella vita esistono i cicli.

La cosa peggiore è che la frattura emotiva che avete provocato con il vostro stesso popolo è praticamente insanabile.

Nulla è irrimediabile nella vita. Ma dubito possiate essere voi fighissimi a compiere il gigantesco sforzo che dovrebbe essere messo in atto. Recuperare quel popolo è oggi quasi impossibile. Richiede, probabilmente, un lavoro talmente capillare da arrivare a conoscere il singolo elettore per nome.

Richiede conoscere i problemi, la paure, le aspirazioni, etc. di ogni famiglia. E voi siete i meno adatti a farlo poiché al confronto umano continuerete a preferire l’happy hour (in centro a Milano avete sbancato, eh!).

Per questa ragione, accettate un consiglio. Fatevi da parte e non fate politica, mai più. Poiché, come sempre, chi è stato parte del problema non può, per definizione, risolverlo.

E se l’idea non dovesse piacervi pensate che l’alternativa è decisamente peggio.