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Il Congresso PD tra Governo della città e l’assenza di politica

Deve essere un compito ingrato governare una città come la nostra. Gli amministratori rincorrono sempre le urgenze  ricercando le soluzioni a queste come meglio possono e non hanno il tempo di concentrarsi sulla rimozione delle cause che spesso sono antiche. Il Tempo è sempre nemico anche del migliore amministratore comunale. Anche quando è buona una amministrazione non potrà aver riconosciuta l’adeguatezza poichè quest’ultima avviene a posteriori e spesso non viene riconosciuta affatto. Non soltanto perchè non si ricordano sindaci che abbiano goduto del rinnovo del mandato che da sè mostra tutta la precarietà del Sistema politico locale. Ma sopratutto perche’ mancano I soggetti collettivi che assicurino continuità a una visione del futuro della città prevalente se non ampiamente condivisa. Se guardiamo al tasso di ricambio dei componenti del Consiglio Comunale potremmo sicuramente rallegrarci se non fosse che questo è avvenuto in molti casi a scapito della competenza e dell’attitudine a fare politica. Cioè di quella capacità inclusiva di costruire attorno ad una idea, una iniziativa, una politica, un consenso che va al di la della propria area politico-culturale per realizzare un obiettivo nell’interesse generale. La fioritura delle liste civiche non hanno dimostrato la rappresentanza di  civismo perchè da noi è molto debole e pertanto assumono lo sgradito, politicamente, epiteto, di liste fai da te. Senza un retroterra di istanze collettive, di bisogni, un vero vuoto di rappresentanza sociale proiettata su mete frutto di cambiamenti che la società civile esprime con la sua vitalità. I partiti, I movimenti, quelli della Repubblica dei partiti come   Pietro Scoppola defini quel periodo storico, hanno avuto una funzione, mi passi il termine, educatrice di tante masse popolari all’indirizzo del bene comune. Erano strutture collegiali in cui si discuteva, dove avvenivano scontri feroci, ma dove prevaleva il contrasto alla “degenerazione”personalistica per via della capacità di proporre alternative accanto alla condanna. Lo scontro anche forte nelle piazze si accompagnava alla proposta per cui la gente veniva mobiltitata. Ma soprattutto motivata non dalla sola propaganda, spesso con il duro lavoro di dirigenti che diventava esempio. Oggi mentre la città sembra spegnersi, mentre si avvia su lento inesorabile invecchiamento, si è svolto un congresso, quello del PD, nella distrazione generale. I giovani che lo dirigeranno dovranno faticare per riportaci dentro un “popolo” come si diceva una volta. Non pochi si chiederanno se rimarranno a lungo essi stessi in una città in cui non hanno prospettive di lavoro nè di una migliore qualità della vita che si realizzi in una generazione per spingere la comunità verso una “città futura” piena di suggestioni e entusiasmo. Non basterà la comunicazione efficace a rimettere in campo la partecipazione dei cittadini occorre riscoprire la politica con la sua faticosa attività di produrre consenso  della gente che si riconosce in essa. Insomma un cambio di paradigma di cui non riusciamo, nonostante la buona volontà, a scorgerne I tratti di una inversione di tendenza. Cosi l’amministrazione comunale continuerà a inseguire le urgenze con buona pace delle migliori intenzioni, con le aspirazioni cestinate per eccesso di” romanticismo” e  I partiti ridotti a comitati elettorali che lasciano la piazza ai pochi pensionati che la frequentano.